giovedì 29 settembre 2016
Aleppo, domande & risposte
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Perché Aleppo è la città-martire? La guerra, nella metropoli più popolosa e fiorente della Siria, è arrivata nel luglio 2012, con l’irruzione dei primi gruppi ribelli ansiosi di 'strappare' al governo un crocevia strategico. Ora, la città - la terza per numero di cristiani del mondo arabo - è campo di battaglia tra le principali forze in gioco che qui si scontrano. Per questo, la 'battaglia di Aleppo' è diventata il simbolo del conflitto civile che, da oltre cinque anni, dilania la Siria.Com'è divisa la metropoli?Aleppo non è più una città ma l’intersezione di varie linee del fronte. I quartieri occidentali e meridionali sono controllati dai militari di Bashar al-Assad e dalle milizie alleate di Hezbollah. A oriente, invece, ci sono i ribelli, a loro volta divisi tra le truppe di al-Nusra e gli uomini dell’Esercito libero siriano. Alle spalle di questi ultimi, inoltre, c’è il Daesh, mentre a nord si trovano i curdi. Tale intersezioni di fronti rende la situazione in città tantoChi combatte sul terreno?Dalla metà di luglio, il governo ha avviato un’offensiva per riprendere il controllo di Aleppo ovest. Dopo giorni di feroci combattimenti, i militari sono riusciti, anche grazie alla copertura dei raid russi contro il Daesh, a chiudere il principale canale di approvvigionamento di armi e munizione dei gruppi anti-Assad. Quanti sono intrappolati? Aleppo est, sotto il controllo delle formazioni ribelli, vivono 300mila cittadini. Questi ultimi sono stati particolarmente provati dall’assedio governativo di luglio. L’escalation di violenza ha messo a rischio l’intera popolazione rimasta nella metropoli, circa due milioni di persone, rimasta senza acqua e senza luce e senza possibilità di ricevere rifornimenti dall’esterno. L’Onu ha chiesto un cessate il fuoco che, dopo un accordo firmato a Ginevra fra Russia e Stati Uniti, è iniziato la sera del 12 settembre. Doveva essere una settimana di tregua per avviare un processo di pace, ma il cessate il fuoco è fallito e a nulla sono valsi gli sforzi diplomatici per farlo rientrare in vigore.
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