venerdì 23 luglio 2021
Secondo lo psicologo la funzione dei nonni deve integrare, non sostituire quella dei genitori. Un gioco di squadra importante per realizzare 'convergenze educative'
lo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Ricci

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Secondo lo psicologo la funzione dei nonni deve integrare, non sostituire quella dei genitori. Un gioco di squadra importante per realizzare 'convergenze educative' Fare squadra, questa è la priorità nel rapporto intergenerazionale. Per evitare che la relazione genitori, nonni e figli diventi tesa e non adeguata. Lo sottolinea lo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Ricci, autore di numerosi libri, tra cui Educare insieme ai nonni (Edizioni Paoline).

Qual è, quindi, la cifra distintiva che ha l’apporto dei nonni, nel rapporto educativo? «Il compito dei nonni è quello di sostenere i propri figli nel loro ruolo genitoriale, condividendo spazi di vita con i nipoti, senza sostituirsi ai figli, mantenendo chiari i confini. Nello stesso tempo, anche i genitori devono essere attenti a non coinvolgere eccessivamente i nonni nella cura dei nipoti. Ciascuno deve mantenere il proprio ruolo, fare squadra, essere una compagine nella quale ognuno ha il proprio spazio educativo».

La costruzione della propria identità familiare, il percepirsi parte di una storia più grande, sono elementi fondamentali per la crescita di un bambino e sono proprio i nonni i depositari di questo dono: «Dare memoria della famiglia – specifica Ricci –, è un elemento centrale nello sviluppo dell’identità personale del bambino che riconosce la sua storia all’interno dei rac- conti fatti dai nonni. C’è una curiosità e un bisogno di riconoscersi come persone, che sono di grande aiuto nello sviluppo della propria identità». Sono quindi i nonni a mantenere il filo che collega le varie generazioni, ma soprattutto in questo periodo segnato dalla pandemia, molte famiglie hanno sperimentato lo spezzarsi di questo legame, con la morte degli anziani: «Coloro che hanno maggiormente sofferto sono state le categorie più fragili, cioè gli anziani, i nonni, ma anche i bambini.

I nipoti – rimarca lo psicologo – sono un arricchimento nella vita degli anziani. Alcuni anziani, nel periodo della pandemia, hanno utilizzato le videochiamate, ma queste non sono paragonabili all’incontro personale. I nipoti sono un dono, attivano i nonni nelle risorse cognitive e fisiche, li fanno sentire vivi, utili. Nelle famiglie in cui si è verificata una perdita, è importante che i genitori accompagnino i bambini nella elaborazione del lutto, rendendoli partecipi di quello che è un dolore familiare, non negando la comunicazione, che va fatta in modo adeguato, della morte di un nonno». Così come non è semplice e immediato imparare a essere genitori, anche diventare nonni è un processo: «Spesso diventare genitori è una scelta, esser nonni è qualcosa che si 'subisce' in seguito alla scelta dei propri figli.

Molti genitori hanno la fortuna di osservare le proprie mamme e i propri padri come si comportano quando diventano nonni. E osservano come si comportino diversamente da quando erano genitori. A esser nonni, si impara. I nonni hanno maggior disponibilità di tempo, di un tempo gratuito, privo di ansie e di fretta. Un tempo che trascorrono giocando, quando i nipoti sono piccoli, poi ascoltando le loro confidenze, quando i ragazzi attraversano il periodo dell’adolescenza». Essere squadra, diventa perciò fondamentale: coloro che sono stati genitori debbono mettersi al fianco dei propri figli che stanno vivendo l’avventura, mai scontata, di essere madri e padri. Ci sono degli intoppi nei quali questa squadra può incappare. Le critiche riguardanti il modo di educare dei genitori, esplicitate di fronte ai bambini, le diverse modalità di approccio di fronte alla realtà, possono diventare un motivo di tensione e sfaldare il 'gioco di squadra'.

«Oggi manca la convergenza educativa, che in passato era più presente – conclude l’esperto –. I bambini ricevono spesso messaggi contraddittori. Questo crea maggior confusione e disorientamento nei piccoli e, quindi, nel fare squadra, ognuno deve mantenere il proprio ruolo, non può pretendere di sostituirsi all’altro, né mettersi in competizione. I nonni devono mantenere il rispetto delle scelte fatte dai genitori, supportarle, mai contraddirle di fronte ai nipoti, operare in una convergenza educativa e trovare spazi di confronto. Andando insieme alla ricerca di una base educativa comune».

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