domenica 26 maggio 2019
Sale la partecipazione al voto per il Parlamento Ue, che supera il 50%. Non c'è il forte avanzamento degli euroscettici, che però crescono in numerosi Paesi. Le Pen prima. Bene i liberali e i verdi
Popolari e socialisti senza maggioranza. Ecco il nuovo Parlamento
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Prende forma il nuovo Parlamento europeo con il voto del 26 maggio. Non sfondano i sovranisti, ma calano popolari e socialisti&democratici, che perdono la maggioranza assoluta dei seggi al Parlamento europeo. Nella quasi definitiva composizione dell'Assemblea di Strasburgo arriverebbero infatti a 329 deputati. Per la maggioranza assoluta ne servono 376. Cinque anni fa popolari e socialisti avevano rispettivamente 219 seggi i Popolari e 189 i S&D, mentre ne dovrebbero avere 182 i primi e 147 i secondi. Una possibile maggioranza potrebbe dunque vedere il Ppe alleato ai S&D e ai liberali dell'Alde, che invece guadagnano: nel 2014 avevano 68 seggi e oggi 109, con l'arrivo della formazione francese di Macron En Marche. Quarto gruppo dell'Europarlamento i Verdi con 69 seggi (da 52). La sinistra di Gue otterrebbe 38 eurodeputati. A destra, 59 seggi per i conservatori e 112 per i due gruppo più euroscettici di Efdd, Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta ed Enl, Gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà.

QUI LA COMPOSIZIONE DEL NUOVO PARLAMENTO EUROPEO

Ecco i risultati nazionali

In Germania, la Cdu di Angela Merkel, pur in importante calo, resterebbe il primo partito con il 28% dei consensi, portando 28 seggi al Partito popolare europeo. Balzo dei Verdi che diventano la seconda forza con il 22% e 23 seggi in Europa. Terzi i socialdemocratici (in forte flessione) con il 15% e 16 seggi per il gruppo socialista a Strasburgo. L'estrema destra di Alternativa per la Germania si ferma al 10,5% con 10 seggi, con una crescita di circa il 3% dalle Europee 2014, ma in discesa dalle recenti politiche. Soddisfazione del candidato alla presidenza della Commissione Ue del Partito popolare, Manfred Weber, per il quale Cdu e Csu tengono, mentre arrivano segnali positivi dall'intero continente.

In Francia in lieve vantaggio, 23% contro 22%, il RN di Marine Le Pen su En Marche del presidente Macron, che quindi è stato clamorosamente scavalcato, anche se già nel 2014 Le Pen fu il primo partito alle Europee. Le Pen chiede elezioni anticipate a Parigi. Sorpresa della lista Europe-Ecologie le Verts, che diventano il terzo partito, con il 12,8% dei voti, scavalcando il centro-destra dei Republicains (gollisti) dati all'8,3%. Socialisti e France Insoumise di Melenchon a pari merito con il 6,7%, entrambi oltre la soglia di sbarramento del 5%.

In Austria boom dei popolari del premier Kurz, che con il 34% dei voti ottiene 7 seggi. Al secondo posto i socialisti con il 23,5% e 5 seggi, un recupero dovuto anche al calo dei populisti di Strache, coinvolti nello scandalo dei contatti con presunti emissari russi e scesi al 17% dei consensi con 3 seggi europei.

In Gran Bretagna, il Brexit Party di Nigel Farage è il grande vincitore delle elezioni europee. Sulla base dei tre quarti dei seggi scrutinati, il partito nato solo qualche settimana fa ha ottenuto il 31,7% dei voti, seguono i liberaldemocratici con il 20,5%. Al terzo posto i laburisti di Jeremy Corbyn, che scivolano al 13,6%, mentre i conservatori della premier dimissionaria Theresa May crollano del 15%, fermandosi al 9,2%.

In Grecia netto successo di Nuova Democrazia che otterrebbe tra i 32 e i 36 seggi, conferiti al Partito popolare europeo, seguita da Syriza, la sinistra di Tsipras, che avrebbe da 25 a 29 seggi, con un distacco di 9 punti percentuali. L'estrema destra di Alba dorata sarebbe tra i 5 e i 7 seggi. Il premier Tsipras vorrebbe elezioni anticipate.

In Ungheria, trionfo del premier Orban con il 52% per il suo partito Fidesz, che aderisce al Partito popolare, anche se attualmente è sospeso per le posizioni anti-europeiste espresse.

In Spagna i socialisti del premier Pedro Sanchez vincono con un distacco di oltre dieci punti. Il Psoe è dato al 32% (20 seggi), davanti al Partito popolare, che crolla al 20%. Seguino Ciudadanos, con il 12%, Podemos è al 10%, mentre l'ultradestra di Vox non va oltre il 6%.

In Polonia il partito ultraconservatore Diritto e Giustizia (PiS/Ecr) di Jaroslaw Kaczynski è in testa col 42,40%. Lo segue con il 39,1% la Coalizione europea, la lista unica formata dai principali partiti di opposizione, tra cui la Piattaforma civica di Donald Tusk. Kukiz'15, gli alleati del M5S, col 4,10% non riescono a superare la soglia di sbarramento, fissata al 5%.

In Belgio forte svolta nazionalista. L'estrema destra del Vlaams Belang ottiene un risultato record e diventa il secondo partito all'11,9% (+8,2%). Al top dei consensi è il partito nazionalista fiammingo N-va, col 16%, che però perde il4%. I socialisti arretrano del 2,2%, e vanno al terzo posto col 9,5%.

In Svezia tengono il primo posto i socialdemocratici con il 25%, seguiti da moderati di centrodestra con quasi il 18%. Terzi i nazionalisti "democratici svedesi" al 17%.

In Finlandia primo il Kok, di centrodestra liberale, con il 20 per cento dei voti; secondi i verdi con oltre il 15%.

In Irlanda vittoria al Fine Gael (aderente al Partito popolare) con il 30%, alla pari con il 15% seguono il Fianna Fail e i Verdi.

In Portogallo vince nettamente il Partito socialista, con il 34%, seguito dai socialdemocratici (centrodestra) al 22,71% e dal Blocco di sinistra al 10%.

In Olanda liberali (6 seggi), socialisti (5) e popolari (4) fanno il pieno insieme ai Verdi e ai conservatori, lasciando briciole agli antieuropeisti.

A Malta si conferma la netta vittoria del Partito laburista del premier Joseph Muscat, al 55%. I centristi del partito nazionalista seguono al 37%.

In Slovacchia hanno vinto i liberali filo-europei. La coalizione della sinistra liberale ed europeista Progresivne Slovensko-Spolu (PS),
senza rappresentanza parlamentare e fondata nel 2017 da Zuzana Caputova, l'avvocatessa che ha vinto lo scorso aprile le elezioni
presidenziali, si è imposta con il 20,11% dei voti. I socialdemocratici di Smer, alleato minoritario della coalizione di governo, hanno ottenuto il 15,72% e tre eurodeputati (ne perdono uno). Il partito neonazista Nostra Slovacchia (Lsns), ha ottenuto il 12% dei voti e due eurodeputati: eurofobi, che utilizzano il saluto nazista, considerano i rom criminali e la Nato un gruppo terrorista, si sono affermati dopo che la Corte Suprema ha bocciato la richiesta della procura che fossero messi al bando

In Romania il Partito socialdemocratico (Psd), forza di maggioranza nel governo guidato dalla premier Viorica Dancila, è uscito sconfitto dal voto europeo. I dati definitivi delle elezioni europarlamentari diffusi a Bucarest dalla commissione elettorale indicano una netta sconfitta della coalizione di governo e la vittoria dei partiti di opposizione. Il Psd ha ottenuto il 22,64%, mentre l'alleato di governo Alde (Alleanza di liberali e democratici), con solo il 4,13%, è rimasto sotto la soglia di sbarramento del 5% necessaria a ottenere seggi a Strasburgo. Vincitore delle elezioni è risultato invece il Partito nazional liberale (Pnl), all'opposizione, al quale è andato il 26,97% dei consensi. Buono anche il risultato del nuovo gruppo di centrodestra formato da Usr (Uniunea Salvati Romania) e Plus dell'ex premier Ciolos, che con il 22,19% si è portato addirittura a ridosso de Psd. In tale situazione, a Bucarest si profila una nuova crisi politica, che potrebbe portare a elezioni anticipate.

Complessivamente, comunque, una rivincita dell’Europa, almeno come interesse e partecipazione. Alla fine del pomeriggio del giorno clou delle elezioni per l’Europarlamento, legislatura 2019-2024, l’affluenza fa registrare un balzo in avanti in molti Paesi, anche se non in Italia, dove il dato finale ha segnato il 56% di voti espressi dagli aventi diritto, una cifra solo in leggero rialzo rispetto alle elezioni 2014. Il dato complessivo di 27 Paesi (esclusa la Gran Bretagna) si attesta sul 51% degli elettori alle urne, miglior dato da 20 anni.

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