venerdì 25 giugno 2021
Il testo, non vincolante per gli Stati, qualifica l’interruzione di gravidanza come un «servizio medico essenziale», attaccando al contempo l’obiezione di coscienza e le campagne in difesa della vita
Il Parlamento Europeo di Strasburgo

Il Parlamento Europeo di Strasburgo - Ansa

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Alla fine, la risoluzione Matic è giunta ieri in porto all’Europarlamento, ma in mezzo a un corteo di perplessità, obiezioni e critiche ampio come tutto il continente.

Nel pomeriggio gli eurodeputati hanno approvato a maggioranza la risoluzione, non vincolante per gli Stati, intitolata «La salute e i diritti riproduttivi e sessuali nell’Unione, nel quadro della salute delle donne», presentata dal deputato socialdemocratico croato Pedrag Fred Matic e fortemente contestata in tutta Europa per una serie di prese di posizione, in particolare sull’aborto, considerate anche dalla Commissione delle conferenze episcopali Ue (Comece) come preoccupanti strappi etici.

La risoluzione, in particolare, definisce l’aborto come un diritto umano e come un «servizio medico essenziale», attaccando al contempo l’obiezione di coscienza da parte del personale medico, così come le campagne d’informazione opposte all’approccio abortista, come quelle dei movimenti per la vita. Fra gli altri punti molto contestati della risoluzione, pure una definizione dei sistemi per affrontare l’infertilità estesa al di là delle coppie eterosessuali, con l’implicita apertura alla maternità surrogata. Alcune critiche hanno riguardato la stessa legittimità di fondo di un testo che affronta i temi sanitari, ufficialmente di stretta competenza degli Stati membri e fuori dal perimetro Ue.

I voti a favore sono stati 378, 255 i contrari e 42 gli astenuti. Il Partito popolare europeo (Ppe) aveva dato un’indicazione di voto esplicitamente contraria alla risoluzione, seguita da gran parte dei ranghi, ma registrando comunque alla fine 36 franchi tiratori pronti a votare a favore. Sul fronte opposto, ha invece sostenuto in massa la risoluzione il gruppo socialista (S&D), con appena 2 franchi tiratori contrari. Favorevoli alla risoluzione (con 2 soli astenuti) e dunque decisivi i centristi e liberali di “Renew Europe”, fra cui il folto drappello francese degli eurodeputati macroniani. Hanno sostenuto il testo in modo unanime pure i Verdi.

A bocciarlo in massa, sul fronte opposto, sono stati i gruppi Ecr (Conservatori e riformisti europei) e Id (Identità e democrazia). Gli eurodeputati italiani hanno quasi tutti votato rispettando le indicazioni date dai gruppi. Ad appoggiare la risoluzione, dunque, gli esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. Hanno invece votato contro gli esponenti di Forza Italia, della Lega, di Fratelli d’Italia, accanto a Herbert Dorfmann (Südtiroler Volkspartei). Si è invece astenuta Luisa Regimenti (Lega).

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