domenica 28 febbraio 2021
Basata sulla logica delle quattro "A", Accoglienza, Ascolto, Accompagnamento, Autonomia, l'attività di contrasto alla povertà della Fondandazione Ebbene
Per un'economia di prossimità
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Nella crisi, nella povertà diffusa e forse anche nel dolore, nasce quell’imperdibile opportunità di cambiamento. Oggi, in questa società che si dice inclusiva ma che poi all’atto pratico chiude i poveri nel loro recinto, venera i pensatori nelle loro stanze e protegge 'i ricchi' nelle loro vite, serve un atto collettivo di responsabilità che rompa i compartimenti, i livelli sociali, i cluster produttivi. Il cambiamento, sociale e quindi economico, il contrasto vero alle povertà e alle esclusioni sociali, si genera proprio abbattendo i 'muri divisori', rimettendo persone, cose, azioni e territorio in relazione. In fondo tutto è in relazione (il richiamo del Santo Padre ad un’ecologia integrale non può lasciare impassibili), una relazionalità costitutiva che tocca il cuore della questione antropologica contemporanea arrivando però a coinvolgere direttamente gli stili di vita delle persone e delle comunità ma anche le scelte di fondo di ordine politico ed economico.

Quello che abbiamo sperimentato con Fondazione Ebbene nei 9 anni di contrasto alle povertà sul territorio, diventando la prima e forse unica Fondazione nazionale di Prossimità, è che da Sud a Nord per cambiare il welfare andava cambiato l’approccio e la nostra strategia – incontrando 30mila persone ogni anno all’interno dei Centri di Prossimità – è stata basarci sulla relazione, quella che si crea tra le persone, tra chi necessita questo accompagnamento e chi questo accompagnamento lo sostiene.

Le 4A (Accoglienza, Ascolto, Accompagnamento, Autonomia) che come metodo applichiamo ci hanno dimostrato che la voce, il valore, di chi è escluso può essere il vero elemento di cambiamento. Nei nostri Centri di Prossimità abbiamo lavorato con gli scarti, con quelle persone che nel loro percorso di vita sono rimaste per qualche ragione 'escluse'; abbiamo cercando in loro il talento, costruito con loro una relazione paritaria mettendo in moto il principio di Economia circolare. Ecco la scoperta. Un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi riducendo al massimo gli sprechi, poteva essere declinato intorno alle persone, cosi che gli scarti diventassero nuova umanità. Tutto ciò ha prodotto lavoro, riacceso luci sui territori, incentivato micro economie che si sino rimesse in movimento partendo dalla rigenerazione delle persone.

Questo passa necessariamente dalla volontà di riconoscere e valorizzare l’economia prodotta dalle organizzazioni del Terzo Settore e dai presidi di cittadinanza attiva che agiscono la Prossimità in una logica diffusa di filantropia istituzionale. La nuova Economia passa per la valorizzazione delle relazioni Comunitarie e l’idea di promuovere le 'Case di comunità' è 'buona' solo se nascono come espressione delle Comunità e non come luoghi istituzionali o esternalizzati. Nella programmazione del nuovo Governo, ci attendiamo un’azione programmatoria coraggiosa che rompa equilibri consolidati e cancerosi per sostenere e incentivare proprio le economie di prossimità. La Prossimità, ne siamo certi, è una cosa seria, è un metodo per rendere ogni persona protagonista della propria vita e del proprio futuro.

*Presidente Fondazione Ebbene

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