mercoledì 6 ottobre 2021
La pandemia ha raddoppiato le situazioni di disagio: ecco i progetti dell'associazione che unisce i top manager insieme con Fondazione Francesca Rava per ridare loro speranza nel futuro
Paola Corna, Ceo di Allianz Partners e Presidente di AiCeo

Paola Corna, Ceo di Allianz Partners e Presidente di AiCeo

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«Siate egoisti, fate del bene» recitava qualche anno fa una campagna per sensibilizzare il grande pubblico a sostenere il Terzo settore. Non potevamo immaginare che, tempo dopo, questo invito si sarebbe potuto rivolgere anche ai capi d’azienda, facendo leva sullo stesso principio: egoisticamente parlando, fare del bene porta concreti ritorni da ogni punto di vista, personale e aziendale. A confermarlo è Paola Corna Pellegrini, Ceo di Allianz Partners e Presidente di AiCeo, l’associazione italiana dei Ceo, amministratori delegati che oggi non devono più "solo" far tornare i conti delle realtà che guidano, ma anche traghettarne lo sviluppo verso sponde più sostenibili, perché la sostenibilità economica non è disgiunta da quella sociale e ambientale. «La scelta di essere attenti all’ecosistema in cui si opera è valida anche in termini di business – spiega Corna Pellegrini –. Avere un buon equilibrio di genere, per esempio, porta all’azienda risultati migliori».

Ovviamente anche il ritorno economico potrebbe essere di corto respiro (e durata) se non abbinato a un’intima convinzione, che spinge i top manager a mettersi in gioco personalmente. «Visti gli obiettivi di sostenibilità che l’Onu ci chiede di raggiungere entro il 2030, è fondamentale che le migliori energie del Paese si mobilitino non solo per accelerare la ripresa dell’economia, ma anche per ridisegnarne e modernizzarne la struttura, seguendo linee guida più etiche – commenta Corna Pellegrini –. Ecco perché in Aiceo abbiamo deciso di mettere a disposizione la visione e l’esperienza di chi guida alcune delle realtà più importanti del Paese». Da qui la creazione, lo scorso marzo, di sei tavoli di studio (su Lavoro e Formazione, Inclusione e Meritocrazia, Sostenibilità ambientale, Innovazione, Salute e Turismo) finalizzati a "re-inventare" l’Italia a partire da un nuovo modo di concepire l’impresa. Proprio nell’ambito di questo percorso si inserisce la partnership tra Aiceo e la Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus (che da oltre 20 anni aiuta l’infanzia e l’adolescenza in condizioni di disagio) finalizzata a creare percorsi di formazione e inclusione lavorativa per ragazzi fragili. «Siamo partiti dall’osservazione della realtà – spiega Mariavittoria Rava, Presidente della Fondazione –. I giovani in condizioni di disagio sono raddoppiati durante la pandemia e addirittura triplicati i casi di suicidio, autolesionismo, cyberbullismo, violenza in rete (+77% rispetto al 2019) e violenza domestica su minori di 15 anni (+41%). Per non parlare dell’aumento di disturbi alimentari, di insonnia e ansia sociale. Tutto questo ci ha portati a un triste primato: abbiamo il numero di Neet più alto d’Europa, qualcosa come due milioni e 100mila giovani tra i 15 e i 29 anni senza un percorso educativo in atto né un lavoro». Una generazione fragile che chiede alla società civile risposte concrete.

«Oggi si discute molto di sostenibilità ambientale – continua Rava – ma dev’essere chiaro che quella sociale ne costituisce la base, perché se l’uomo non rinasce dalla povertà educativa in cui sta sprofondando, non potrà mai avere la giusta sensibilità per prendersi cura del pianeta». Qui entra in gioco la partnership con Aiceo, che ha l’obiettivo di coinvolgere i top manager in un’attività di orientamento di ragazzi fragili seguiti dagli USSM (Uffici di Servizio Sociale per Minorenni della Giustizia Minorile) o da Comunità e Centri diurni per minori. Una collaborazione che si inserisce nel più ampio progetto "Borse del cuore", lanciato dalla Fondazione per affiancare ai ragazzi in difficoltà dei volontari/tutor, che possano instaurare con loro un rapporto di fiducia, portandoli a riscoprire talenti e potenzialità inespresse e ponendo le basi per la ricerca e l’avvio di un’attività professionale. «Questo percorso – aggiunge Corna Pellegrini – per noi inizia offrendo a una giovane studentessa una borsa di studio per completare la sua formazione, facendo in modo che venga affiancata in alcune fasi dai nostri soci». Occasione preziosa sia per educare chi ha ruoli direttivi a dare risposte concrete ai bisogni dei più fragili, sia per restituire ai giovani quell’attenzione che genera fiducia e voglia di riscatto. «Niente è più motivante, per una persona insicura, che vedere uomini e donne di successo interessati a lei, pronti a condividere la loro esperienza di vita, magari fatta anche di qualche caduta da cui hanno saputo rialzarsi» precisa Rava. Significativo anche il fatto che il progetto parta per aiutare una sola persona. «Ce ne saranno molte altre, perché il bisogno è tanto – spiega Rava –, ma da sempre il nostro motto è "un bambino per volta, dalla strada alla laurea". Ne abbiamo aiutati migliaia e da bambini di strada oggi sono diventati stimati professionisti, ma la filosofia è sempre stata quella di non rincorrere i numeri. Ogni vita salvata vale tutto il nostro impegno, poi i numeri vengono di conseguenza». Un’altra bella lezione che i Ceo potranno portarsi a casa.

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