martedì 22 marzo 2022
Dopo due edizioni "digitali" a settembre giovani economisti e imprenditori si ritroveranno nella cittadina umbra, già centinaia le adesioni da 70 Paesi
Appuntamento ad Assisi per costruire un'economia di pace
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Serve un’economia più umana per prevenire le guerre e ridurre le diseguaglianze. Oggi più che mai, di fronte al conflitto che sta devastando l’Ucraina, l’appello di papa Francesco a sostituire il modello capitalistico basato sul consumo di risorse con un altro più attento al benessere complessivo dell’umanità e dell’ambiente, risulta attuale. Dopo due edizioni quasi esclusivamente "digitali" per la pandemia a settembre quel sogno di un incontro mondiale dei giovani imprenditori ed economisti, con il loro carico di speranze e proposte, diventerà realtà. «Voi non siete il futuro: siete il presente», aveva detto Bergoglio nel 2019 invitando i giovani ad avere coraggio. Adesso è il momento di costruire quel mondo migliore. La terza edizione di The Economy of Francesco si terrà dal 22 al 24 settembre ad Assisi. Sono già centinaia, provenienti da 70 Paesi, i giovani che hanno chiesto di partecipare. Le iscrizioni (sul sito https://francescoeconomy.org/it) sono aperte fino alla fine del mese. La necessità di un cambiamento radicale dell’economia è un concetto ribadito da Domenico Sorrentino, presidente del Comitato promotore. «Il Covid prima – sottolinea il vescovo di Assisi – ed ora la tragedia della guerra in Ucraina, come del resto in altre parti del mondo, ci dimostrano che il nostro sistema è sbagliato. Solo costruendo un’economia di condivisione, più attenta all’uomo che al denaro si pongono le basi per costruire un mondo che sia meno squilibrato e meno esposto a tensioni, conflitti e guerre». Di un «movimento mondiale di giovani che rappresentano già una forza di pensiero e prassi economiche» parla Luigino Bruni, ordinario di Economia politica e Storia del pensiero economico all’Università Lumsa, e direttore scientifico dell’evento, sottolineando come l’adesione sia stata superiore alla attese «per qualità e quantità». Una mobilitazionme partita durante la pandemia e che ora deve fare i conti con un’altra emergenza mondiale, la guerra. «I giovani non vogliono fuggire e chiudersi in sé stessi, ma impegnarsi per il bene comune vero» aggiunge Bruni.

In questi tre anni sono state decine di migliaia i giovani – economisti e imprenditori under 35 – provenienti da 120 Paesi, che hanno risposto all’appello di papa Bergoglio. Molti dall’Italia ma tanti anche da Brasile, Usa, Argentina, Spagna, Portogallo, Francia, Messico, Germania e Regno Unito. Due gli eventi online globali realizzati in diretta streaming con oltre 500mila visualizzazioni, 50 esperti internazionali tra i relatori i quali tre premi Nobel, 25 progetti imprenditoriali. Per rendere più efficace la riflessione e l’azione sulle sfide da affrontare sono stati creati dodici "villaggi" tematici che spaziano dal lavoro alla finanza, dall’agricoltura all’energia, dall’economia femminile agli stili di vita. La suddivisione in villaggi, questa volta fisici, continuerà anche nella terza edizione dove si metterà a frutto il lavoro fatto sino ad oggi e si traccerà la strada per il futuro.<+RIPRODUZ_RIS>

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