martedì 13 aprile 2021
Centrato sull’educazione finanziaria e il supporto all’imprenditorialità, "Libere di scegliere" di Bnl-Bnp Paribas aiuta vittime di traffico di esseri umani o abusi ospitate nelle case rifugio
Donne a scuola di economia per rinascere dopo la violenza
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«Quando ho ricevuto la proposta di fare questo corso, lo scorso 8 marzo, ho pensato che fosse un regalo bellissimo». Così Alexandra (il nome è di fantasia), 48 anni, nata in Romania, ha commentato l’adesione al progetto "Women to be free - Libere di scegliere" di Bnl Gruppo Bnp Paribas insieme allo studio legale internazionale Dla Piper, all’associazione MicroLab e a BeFree, cooperativa sociale impegnata contro tratta, violenze e discriminazioni. L’iniziativa, centrata sull’educazione finanziaria e il supporto all’imprenditorialità, coinvolge una ventina di donne vittime di traffico di esseri umani o di violenze domestiche, alcune delle quali ospitate nelle case rifugio del Lazio, Molise e Abruzzo gestite da BeFree.
Al progetto partecipano per la maggior parte donne italiane, ma anche straniere provenienti da Spagna, Polonia, Romania, Albania, Cambogia, Cuba e Brasile. Un’esperienza che ha un valore importante in un momento particolarmente difficile per l’occupazione femminile e che vede un aumento dei casi di violenze domestiche.

Alexandra è venuta in Italia vent’anni fa per mettere su famiglia. Purtroppo quella che doveva essere una storia d’amore, nonostante due figli, si è rivelata una storia pericolosa. Così, quattro anni fa, la donna ha trovato il coraggio di rivolgersi ad un centro antiviolenza e poi di separarsi. «Ringrazio la persona che mi ha suggerito di chiedere aiuto perché ho potuto capire cosa mi stava succedendo, potermi riappropriare di me stessa ed andare avanti – racconta –. Dopo un progetto di empowerment e reinserimento sociale della cooperativa, che mi ha aiutato a conoscermi e ad acquistare fiducia, ho avuto l’opportunità di partecipare a queste lezioni. Quando esci fuori dalla violenza è come se ti avesse investito una bomba. Non sai chi sei, cosa è tuo e cosa è degli altri, essere affiancati è fondamentale per rialzarsi. E il lavoro è molto importante. Oggi vivo a Roma e faccio la baby-sitter di una bimba di quattro mesi». Grazie a questo percorso, Alexandra ha ritrovato il sorriso della persona allegra e solare che è. Il corso di formazione finanziaria e di supporto all’imprenditorialità, che si sta svolgendo in questi mesi, prevede una parte teorica e una pratica. Partito in febbraio, si concluderà ai primi di maggio ed ha la cadenza di un’ora e mezza alla settimana. A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia si svolge online. Vengono affrontate varie tematiche: il diritto del lavoro, la stesura del curriculum, i colloqui, la cittadinanza economica, il bilancio familiare. Ma anche l’orientamento e lo sviluppo della proposta imprenditoriale, le forme societarie, le strutture fiscali per aprire un’impresa, gli strumenti per gestirla, il marketing digitale, l’accesso al credito e i fondi a supporto dell’imprenditoria femminile. «Il corso è capitato al momento giusto, quando mi sono liberata dalla violenza mi tremava la mano persino durante il prelievo con il bancomat – ricorda –. Questi incontri forniscono tante informazioni e aiutano a capire come gestire i soldi, nel proprio piccolo e a capire come funziona il mondo. Si va dall’apertura di un conto corrente alle tante operazioni che spesso vengono delegate agli uomini. Per vivere in questa società devi crearti un’identità finanziaria. Purtroppo per noi donne vittime di violenza, la vita economica è gestita quasi sempre dal partner. Sappiamo fare la spesa o comperare un regalo di compleanno, ma il mondo del lavoro richiede ben altre competenze».

Dopo essere stata per dieci anni mediatrice culturale in ambito scolastico, adesso Alexandra ha in programma di svolgere in autunno un tirocinio compensativo per poter insegnare geografia in un liceo. Fortunatamente, quando è andata via di casa è riuscita a recuperare la documentazione che la abilita alla professione di docente.
«Obiettivo del progetto è quello di dare alle donne strumenti per emanciparsi – spiega Carmen Carbonaro, referente di BeFree –. Alla fine del corso ci sarà, per chi ne farà richiesta, un tutor individuale che aiuterà le donne a raccogliere idee e desideri per trasformarli in progetti. Si tratta di un accompagnamento un po’ più personale, anche per capire le risorse e le potenzialità che si possono mettere in campo». Una tappa importante di un percorso che consente alle donne di riprendere in mano la propria vita e ricostruisce anche la capacità di riprogettare se stesse e quindi di organizzare il proprio futuro.

I formatori e i tutor del progetto sono tutti volontari ed altamente qualificati, provengono dalla "Direzione Legale e Societario" di Bnl, dall’associazione MicroLab, specializzata in percorsi di rivalutazione e sostegno all’impresa per persone che versano in condizione di svantaggio sociale ed economico e dallo studio legale internazionale Dla Piper, attivo nella difesa dei valori della diversità e dell’inclusione.
«Il mio sogno è poter insegnare ai ragazzi di oggi la comunicazione non violenta in un mondo che parla prevalentemente quel linguaggio – conclude Alexandra –. Forse troverò la strada giusta durante il corso. Credo sia necessario trasmettere questo messaggio ai giovani che saranno i protagonisti della società di domani. Mi piacerebbe poi, che nelle grandi strutture bancarie ci fossero asili nido. Vorrei poter aiutare le mamme a lavorare in tranquillità sapendo che i bimbi sono in buone mani, nelle vicinanze. Ricordo molto bene la fatica che facevo quando i miei bimbi erano piccoli ed ero sovraccarica di tante responsabilità. Capisco in pieno le mamme di oggi che vogliono stare accanto ai figli, ma devono lavorare». Il sasso è lanciato, chissà che non venga raccolto proprio da Bnl Gruppo Bnp Paribas, che da tempo promuove iniziative per sostenere parità di genere.

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