mercoledì 9 giugno 2021
Prima assemblea pubblica della FEduF con Lucchini, Lusardi, Patuelli e Morlet. L'Itala sconta un ritardo che si può colmare partendo dalle scuole e incoraggiando le famiglie ad investire
Stefano Lucchini, presidente della FEduF

Stefano Lucchini, presidente della FEduF

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«L’investimento in educazione paga il più alto tasso di interesse». Ha scelto una massima di Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Usa, Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per il coordinamento dell’educazione finanziaria per sottolineare l’importanza di formare le nuove generazioni per avviare la "ricostruzione" post pandemia. «L’educazione finanziaria non è una risposta alle crisi ma al mondo che cambia però le crisi mettono in evidenza i costi legati alle scarse conoscenze in ambito economico» ha sottolineato Lusardi partecipando alla prima assemblea pubblica della FEduF, la Fondazione per l’Educazione finanziaria creata da ABI. L’Italia sconta un ritardo rispetto al resto dell’Europa e un gap di genere ancora elevato, da qui la proposta di inserire l’educazione finanziaria in tutte le scuole, inserendola all’interno del programma di educazione civica.
Cittadinanza economica, sviluppo sostenibile e circolarità sono state le tre linee guida dell’assemblea, moderata da Ferruccio De Bortoli, che ha visto come protagonisti oltre a Lusardi il presidente di FEduF Stefano Lucchini, Antonio Patuelli presidente di ABI e Andrew Morlet, Ceo della Ellen MacArthur Foundation.

«L’educazione finanziaria rappresenta non solo uno strumento di tutela e valorizzazione del patrimonio economico individuale e sociale, ma un diritto di cittadinanza in qualche modo richiamato dalla stessa Costituzione italiana» ha detto Lucchini evidenziando come il virus abbia fatto emergere tutte le contraddizioni del nostro Paese. Patuelli ha messo l’accento sulla scarsa propensione agli investimenti che caratterizza i risparmiatori italiani. Serve una strategia per mettere in circolo almeno una parte della ricchezza parcheggiata nei conti correnti, cresciuta in questo anno e mezzo di pandemia. «Come banche ci poniamo la questione di incoraggiare gli investimenti a lungo termine delle famiglie, per farlo occorre correggere l’incongruenza che tratta chi specula e chi risparmia alla stessa maniera» ha avvertito Patuelli. La conferma dell’attualità del dibattito proposto da FEduF arriva da una ricerca realizzata dal Museo del Risparmio di IntesaSanpaolo, «Il valore della sostenibilità ambientale ed economica per i giovanissimi in Italia», secondo la quale i ragazzi tra i 13 e i 18 anni di età sono sempre più attenti al tema sostenibilità, che acquista un più ampio perimetro di significato comprendendo anche il punto di vista economico come ha spiegato Morlet nel suo intervento. In particolare, oltre l’85% dei giovani intervistati dichiara di pensare abitualmente a come gestire il proprio denaro e il 76% risparmia in vista della realizzazione di un progetto personale. Ad ottobre tornerà il mese dell’educazione finanziaria con uno slogan emblematico: «Cresci il futuro che ti piace» per ribadire il ruolo fondamentale dei giovani e delle famiglie che hanno l’opportunità di costruire un nuovo boom economico all’insegna dell’equità sociale e del rispetto dell’ambiente.

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