martedì 14 agosto 2012
​Il ministro Passera vede l’azienda, Alitalia, l’Enac e gli enti locali coinvolti per cercare di rilanciare la trattativa che stava portando il vettore siciliano all’interno della prima compagnia italiana.
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​Wind Jet tace. Negli aeroporti su cui volava, centinaia di quelli che sarebbero dovuti essere suoi passeggeri aspettano di capire su quale aereo sostitutivo possono infilarsi (e quanto devono spendere per avere l’agognato posto); nello scalo di Catania, che era la sua base, i suoi 504 dipendenti sono in assemblea per discutere assieme del loro futuro. Sono in assemblea anche i lavoratori di Katane Handling, la società che gestisce i servizi da terra e che, cancellati tutti i voli, ha ben poco da fare. Ma dalla low cost di Antonino Pulvirenti nessuno dice nulla, come se la smobilitazione della compagnia fosse ormai cosa fatta. D’altra parte sembra che quasi tutti gli Airbus del gruppo siano già ripartiti per l’Irlanda, dove li aspettava l’azienda da cui Wind Jet li aveva presi in leasing. Uno di quegli aerei è invece bloccato a Catania: la Sac, la società che gestisce l’aeroporto, ha chiesto e ottenuto il sequestro del velivolo come garanzia sui crediti che le spettano.Il silenzio di Wind Jet potrebbe continuare anche oggi. E sarebbe un bel problema per Corrado Passera, che ha convocato l’azienda, Alitalia, l’Enac e gli enti locali coinvolti per cercare di rilanciare la trattativa che stava portando il vettore siciliano all’interno del gruppo Alitalia. Il rischio è che i dirigenti di Wind Jet rispondano alla chiamata del ministero così come avevano risposto alla doppia convocazione arrivata dall’Enac la scorsa settimana: non presentandosi. In quel caso l’incontro tra Passera, Alitalia, l’Enac e qualche rappresentante degli enti locali siciliani perderebbe il principale protagonista. Potrebbe essere pretattica, ma Alitalia sembra avere abbandonato l’idea di prendere il controllo del vettore catanese. Ieri è emersa una email scritta dall’amministratore delegato Andrea Ragnetti e diretta ai dipendenti in cui il manager considera la vicenda chiusa. «Purtroppo, i comportamenti di Wind Jet ci hanno costretto a rinunciare a un accordo per il quale ci eravamo impegnati a fondo – scrive Ragnetti –. Se non lo avessimo fatto, avremmo esposto la nostra compagnia a un rischio finanziario intollerabile per una azienda che attraversa un momento così duro come Alitalia».Difficile che Alitalia pensi di rilevare Wind Jet da un’eventuale bancarotta. E all’orizzonte non si vedono altri possibili compratori. Vito Riggio, il presidente dell’Enac, non si fa troppe speranze. «Si devono trovare dei soldi – ha spiegato in un’intervista –. Ma siccome i soldi non si trovano il salvataggio della compagnia lo vedo improbabile». Nel crollo di Wind Jet, Riggio vede concretizzarsi i rischi di cui aveva parlato solo poche settimane fa, all’assemblea dell’Enac: «L’intero sistema dell’aviazione civile italiana è a rischio scomparsa, stretto dalla pressione competitiva che viene dalle compagnie low cost irlandesi e inglesi (che non pagano lo stesso volume di tasse che paghiamo in Italia) e dalle compagnie dei Paesi arabi che non pagano il petrolio».Ma forse è proprio da quelle low cost che ormai dominano i cieli europei che Catania e la Sicilia possono ritrovare le rotte lasciate scoperte da Wind Jet. Ryanair, in particolare, per ora in Sicilia copre la costa più occidentale, con Palermo e Trapani, ma non quella orientale. L’inglese easyJet ha già dei voli su Catania (rotte su Milano, Londra, Parigi e Ginevra) e potrebbe approfittare del vuoto lasciato dal vettore siciliano per allargare la sua presenza. Per entrambe le compagnie l’Italia è un mercato molto importante, e i vettori low cost sono sempre molto sensibili alle occasioni che arrivano sotto forma di agevolazioni (pubbliche o private). Proprio quelle che già sta promettendo la Sac, la società che gestisce lo scalo catanese: «Al prossimo consiglio di amministrazione, che si riunirà il 20 agosto, proporrò di applicare agevolazioni a quelle compagnie aeree che, venendo a Catania, assumano il personale ex Wind Jet ed utilizzino i lavoratori del suo indotto» ha garantito il presidente Gaetano Mancini.
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