venerdì 17 agosto 2012
Ieri sono stati convocati i 504 lavoratori della compagnia siciliana per firmare la cassa integrazione a tempo indeterminato. Riggio (Enac): «Gli aerei sono già all'estero». Fallita la trattativa con Alitalia, Wind Jet conta di riuscire a trovare una soluzione diversa.
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​Negli aeroporti, assicurano dall’Enac, la situazione è «tornata alla piena normalità». Nessuno si presenta più al check-in per volare con Wind Jet, ormai lo sanno tutti che quella compagnia non decolla più. Il disagio di chi aveva un biglietto di Wind Jet e ancora non ha trovato posto (pagando) su un volo alternativo è così diventato un disagio casalingo, vissuto al telefono con i call center che gestiscono l’emergenza. Ci sono vicende anche più complesse, come quella dei 30 orfani minorenni russi arrivati in Italia a giugno per essere ospitati da famiglie bergamasche e adesso bloccati in Lombardia in attesa di un volo di ritorno alternativo a quello di Wind Jet, possibilmente prima della scadenza del visto. Negli aeroporti, semmai, si vede la protesta dei dipendenti della compagnia di Antonino Pulvirenti.Ieri i 504 lavoratori di Wind Jet sono stati convocati dall’azienda per firmare la cassa integrazione a tempo indeterminato. Era inevitabile: non si vola più dalla mezzanotte sabato e gli aerei, come ha confermato Vito Riggio, il presidente dell’Enac, non sono nemmeno più in Italia: «Il proprietario li avrà portati in Irlanda o a Malta. Ci sono i creditori pronti ad aggredire anche quelli». Fallita la trattativa con Alitalia, Wind Jet conta di riuscire a trovare una soluzione diversa. Martedì al tavolo al ministero dello Sviluppo economico l’amministratore delegato Stefano Rantuccio ha spiegato che punta ad arrivare a un accordo con i creditori per creare una una nuova azienda alleggerita dai debiti che possa essere venduta. Con quei soldi la vecchia Wind Jet (che a quel punto sarebbe una "bad company" da liquidare) potrebbe ripagare, almeno in parte, i suoi debiti. Ma non è detto che i creditori saranno d’accordo e non è nemmeno sicuro che ci sia qualche vettore disposto a comprare la "parte buona" di Wind Jet. A qualcuno potrebbe convenire piuttosto aspettare il fallimento dell’azienda e quindi cercare di ottenere i suoi slot, quei diritti di decollo e atterraggio collegati a certi orari e a certi aeroporti che sembrano essere l’unico bene di un qualche valore rimasto al vettore di Pulvirenti. La compagnia siciliana comunque non ha un tempo illimitato per arrivare a una soluzione. Il ministro Corrado Passera ha chiarito che seguirà la vicenda «passo passo perché la situazione si dovrà chiarire definitivamente in un numero limitato di settimane».Nel frattempo andranno avanti le polemiche. L’Enac, che ha permesso alla compagnia di volare fino a sabato, è al centro delle critiche. Riggio si difende confermando la sua linea: finché la trattativa con Alitalia andava avanti, fermare Wind Jet avrebbe creato un caos inutile: «Un blocco dei biglietti significava fermare la compagnia e ciò non solo non era possibile ma sarebbe stato anche da irresponsabili» ha detto ieri alla radio il presidente dell’Enac, ricordando che già a marzo erano stati venduti biglietti Wind Jet per i voli di agosto.
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