martedì 3 settembre 2019
L’unica soluzione percorribile secondo la multinazionale attiva in Italia con altre sei fabbriche è dare una nuova missione produttiva al sito. Immediata la reazione dei sindacati: inaccettabile
La protesta dei lavoratori della Whirlpool all'esterno del Maschio Angioino a Napoli lo scorso inverno (Ansa)

La protesta dei lavoratori della Whirlpool all'esterno del Maschio Angioino a Napoli lo scorso inverno (Ansa)

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Il decreto legge sulle crisi aziendali non basta a Whirlpool: sono stati stanziati 10 milioni per il 2019 e 6,9 milioni per il 2020 per salvare l’impianto napoletano che conta 410 dipendenti. Risorse che dovevano servire a finanziare la decontribuzione per i contratti di solidarietà per realizzare il progetto di riconversione. Ma l’azienda giudica questa misura «insufficiente» e l’unica soluzione è «avere una nuova missione produttiva », non più le lavatrici di alta gamma. Il decreto dovrebbe arrivare insieme alle altre misure che servirebbero ad affrontare alcuni nodi industriali, dall’ex Ilva (ora ArcelorMittal) alle difficoltà di alcune imprese sarde e siciliane ed è atteso anche per la nuova normativa sui rider. Whirlpool Italia ha diffuso un comunicato dove boccia gli «interventi» previsti (e concordati con il minstro Luigi Di Maio e il Mise). Per la società questi non sono «sufficienti a garantire la profittabilità dello stabilimento» campano «nel lungo periodo e la competitività di Whirlpool nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)». L’unica soluzione percorribile – secondo l’azienda – è quindi dare una nuova missione produttiva al sito. Insomma la società ribadisce quello che ha sempre detto cioè di volere per Napoli una «riconversione ». Immediata la reazione dei sindacati, molto critici di fronte a questo intervento a gamba tesa su una trattativa delicata, per di più in un momento altrettanto delicato per il Governo. La Uilm accusa la Whirlpool di «cercare alibi» mentre Fiom Cgila e Fim Cisl parlano di atteggiamento «inaccettabile». E ribadiscono la volontà dei sindacati di mantenere a Napoli la produzioni di lavatrici ad alta gamma. Di fatto l’azienda vorrebbe una modifica del testo, neanche ieri uscito in Gazzetta, ma comunque emendabile dal Parlamento in fase di conversione. «I 16,9 milioni di euro previsti dal testo del decreto legge per il biennio 2019-2020 – afferma Whirlpool – sono calcolati considerando la messa in solidarietà al 60% della quasi totalità dei 5.500 dipendenti di Whirlpool in Italia: questa non è un’opzione in quanto non in linea con il piano industriale 2019-2021. Inoltre, il potenziale beneficio sarebbe distribuito su tutti i siti italiani e non rappresenterebbe un intervento strutturale per il futuro a lungo termine di Napoli, soprattutto se comparato agli sforzi e agli investimenti pari a circa 100 milioni di euro messi in campo dall’azienda negli ultimi anni».

L’azienda, comunque, ci tiene a confermare «la volontà di voler garantire la continuità industriale dello stabilimento e i massimi livelli occupazionali al fine di dare un futuro sostenibile ai colleghi di Napoli» e si dice «pronta a presentare nel dettaglio la nuova missione industriale per lo stabilimento di Napoli e per i suoi 410 dipendenti». Di «decreto sbagliato» parla anche Mara Carfagna, vicepresidente della Camera che accusa Di Maio di aver lasciato la fabbrica di Napoli «al suo destino». I sindacati sono sul piede di guerra. «Ancora una volta il management di Whirlpool mette in discussione l’accordo sottoscritto a ottobre» attacca Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom. Mentre la segretaria nazionale della Fim-Cisl Alessandra Damiani parla di «balletto indecoroso» dell’azienda «sulle sue posizioni».

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