venerdì 23 ottobre 2020
La multinazionale decisa a fermare la fabbrica il 31 ottobre Il Governo: «È inaccettabile». Il dramma dei 400 lavoratori
La protesta dei lavoratori a Napoli

La protesta dei lavoratori a Napoli - Ansa

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La fabbrica Whirlpool di Napoli chiuderà il 31 ottobre. All’incontro con i ministri Stefano Patuanelli e Giuseppe Provenzano, sindacati e rappresentanti di Regione ed enti locali, l’azienda è stata lapidaria: «Dopo 18 mesi, sebbene gli sforzi messi in campo siano stati importanti e unici, il mercato su Napoli non è cambiato. Quindi confermo quanto abbiamo già detto un anno fa. Il 31 ottobre la produzione su Napoli cesserà», ha detto il rappresentante della multinazionale, Luigi La Morgia. Whirlpool motiva la scelta con il crollo globale della domanda per la lavatrice di alta gamma prodotta nello stabilimento campano, riducendo al 30% la capacità produttiva, e con il mancato accordo con le parti su una riconversione capace di salvare i 400 posti di lavoro. «Abbiamo cesellato gli strumenti che potevamo costruire per incentivare la permanenza di Whirlpool a Napoli. Prendere atto che dopo tutto questo la decisione non è cambiata ci porta a essere in sofferenza e difficoltà per quei lavoratori. Ero convinto che ci fossero le condizioni per continuare. Prendiamo atto che così non è», il commento del ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, che ha portato il caso Whirlpool all’attenzione del Cdm di ieri sera. La sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha ricordato che sono «oltre 100 i milioni messi a disposizione alla multinazionale tra taglio del costo del lavoro, fondo perduto, fondo per le crisi d’impresa, fiscalità di vantaggio e prestiti garantiti». «Una decisione grave e inaccettabile sia per quanto riguarda l’irrilevanza dei mutamenti economici di questi ultimi mesi sia a fronte delle politiche messe in campo dal governo », ha dichiarato il ministro per il Sud Provenzano. «Di fronte alla conferma della chiusura, risponderemo con lo scontro sociale. L’azienda ha costruito le condizioni per chiudere Napoli dentro una visione complessiva di depotenziamento della presenza di Whirlpool in Italia, che si scaricherà su tutti gli stabilimenti del gruppo», è stata la reazione della segretaria nazionale della Fiom, Barbara Tibaldi, che ha aggiunto: «Quanto detto oggi dall’azienda è una dichiarazione di guerra, ancor più grave nel momento in cui l’Italia vive una crisi pandemica senza precedenti. Le lavoratrici e i lavoratori chiedono risposte concrete al governo. Chiediamo un intervento del presidente del Consiglio per la convocazione urgente di un incontro. La vertenza Whirlpool è emblematica dell’autorevolezza del nostro Paese». Ieri, negli stabilimenti Whirlpool di Napoli e di altre città italiane sono state osservate otto ore di sciopero. I 400 lavoratori napoletani si sono riuniti in assemblea per decidere le prossime mosse della mobilitazione che li vede impegnati da oltre un anno. Per domani previsti altri scioperi e una manifestazione davanti alla Prefettura di Napoli.

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