mercoledì 14 marzo 2018
Secondo le ricerche condotte da Ubi Banca e Osservatorio Welfare, sta diventando uno dei pilastri fondamentali delle politiche di gestione delle risorse umane
Un fenomeno in forte diffusione
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Il welfare aziendale si sta sviluppando non tanto come una soluzione all'arretramento del welfare pubblico, quanto piuttosto come un processo spontaneo di risposta degli attori del sistema di relazioni industriali alle profonde trasformazioni del mondo del lavoro, causa e non conseguenza della crisi del nostro modello sociale. È quanto emerso in occasione della presentazione della ricerca Welfare for people, il primo rapporto sul welfare occupazionale e aziendale in Italia promosso dalla Scuola di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di Adapt, fondata da Marco Biagi e dall'Osservatorio Ubi Welfare di Ubi Banca. I risultati della ricerca sono stati illustrati dal presidente del Consiglio di Gestione di Ubi Banca, Letizia Moratti e dal Coordinatore Scientifico della Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di Adapt, Michele Tiraboschi.

La fortissima diffusione che lo strumento sta conoscendo - afferma una nota - è anche la conseguenza pratica delle modifiche normative introdotte negli ultimi anni. Innovazioni che, come emerge dalla ricerca, hanno avuto il merito di incoraggiare uno dei fenomeni maggiormente sintomatici nel cambiamento della natura del rapporto di lavoro in atto nella Quarta Rivoluzione industriale, ossia l'inserimento degli strumenti di welfare nello scambio contrattuale tra lavoro e retribuzione. L'approfondita analisi compiuta negli scorsi 12 mesi, si è concentrata sullo studio dei fenomeni che possono contribuire a migliorare il benessere individuale e collettivo attraverso una fotografia dell'evoluzione del welfare occupazionale e aziendale in Italia. L'obiettivo di Welfare for people è di studiare i nuovi modelli di welfare alla luce della trasformazione economica, tecnologica e demografica, nell'ottica delle possibilità offerte dai cambiamenti del sistema di relazioni industriali. Lo studio è basato sull'analisi dei principali contratti collettivi nazionali di lavoro che contemplano il tema e sulla lettura di una banca dati contenente oltre 2mila contratti collettivi di secondo livello, prevalentemente integrativi aziendali, a cui si aggiungono i più significativi accordi territoriali ordinati per settore merceologico.

Il rapporto è stato presentato a un anno dall'avvio di Ubi Welfare, la Divisione specializzata di Ubi Banca che offre un servizio di consulenza evoluta e completa e soluzioni integrate e personalizzate per imprese di grandi, medie e piccole dimensioni. Nel corso del primo anno di lancio di Ubi Welfare, sono stati siglati accordi con numerose e significative associazioni datoriali e territoriali in
molteplici settori e aree del Paese, che consentono di raggiungere un bacino complessivo di circa 17mila imprese, fra grandi, medie e piccole: il welfare aziendale, infatti, come emerge anche dallo studio di Adapt, oggi è un'opportunità importante per ogni impresa, a prescindere dalla classe dimensionale.

«Siamo convinti che sia in atto un cambiamento di paradigma economico e sociale che trova nel nuovo welfare una pietra
angolare - afferma Letizia Moratti - è ormai condivisa l'idea, che per il sistema economico costruito nel secondo dopoguerra,
sia arrivato con urgenza il tempo della verifica di sostenibilità. Con questo progetto Ubi Banca contribuisce alla lettura di un fenomeno, il welfare aziendale, che i principali indicatori vedono in netta crescita nel Paese, ma offre anche a un'ampia quota del sistema produttivo uno strumento efficiente e immediatamente attivabile».

Intanto, in occasione della settimana del Welfare Forum, è stato presentato al moderno Business Center di via Copernico 38 a Milano il nuovo Osservatorio Welfare. Il Forum,dedicato al mondo delle Risorse Umane, ha inaugurato ufficialmente l'edizione 2018 dell'Osservatorio Welfare: una nitida fotografia rappresentativa dell'andamento odierno del settore. «L'analisi dei dati presentati mette in luce alcune tendenze particolarmente interessanti, utili per comprendere i punti di forza di questo settore e per individuare gli ambiti di sviluppo del prossimo futuro. La ricerca è stata effettuata su un panel di 382 aziende che hanno attivato piani flexible benefits nell'arco temporale gennaio - dicembre 2017». Così in una nota Easy Welfare.

«Dall'Osservatorio Welfare emerge che: tre quarti dei piani
welfare sono finanziati con una sola modalità (Liberalità, Ccnl o Pdr), ma è in crescita la quota di aziende che sceglie di affiancare più fonti di finanziamento, spesso iniziando dalle quote obbligatorie per poi aggiungere altre fonti liberali o contrattate a livello aziendale. I servizi Welfare - spiega ancora il comunicato - legati al sostegno familiare (istruzione, salute e previdenza) ricoprono tre quarti del totale ma, la messa a disposizione di un panel di servizi sempre più ampio tende a migliorare la soddisfazione dei lavoratori più giovani, offrendo loro una preziosa alternativa di spesa laddove evidentemente le esigenze familiari e sociali sono ancora contenute.

«Un focus significativo - evidenzia il comunicato - è stato
rivolto allo studio dei comportamenti legati alla conversione del Premio di Risultato in Beni e Servizi Welfare (in accordo a quanto previsto dalle Leggi di Stabilità 2016 e 2017). Il 19% ha scelto di convertire una quota o la totalità del premio in welfare: il 10% non ha convertito il Premio ma ha scelto di liquidarlo in busta paga; il 71% non si è espresso in merito alla conversione. Da questo punto di vista sicuramente si evidenziano diversi margini di miglioramento».

«Il Welfare aziendale in Italia - dichiara Nelly Bonfiglio, direttore commerciale di Easy Welfare - sta vivendo un momento di
grande sviluppo diventando uno dei pilastri fondamentali delle politiche di gestione delle risorse umane. Gestiamo più di 500
piani Welfare di diverse aziende distribuite in tutta Italia (di cui 50 acquisite solo nel 2018). Il nostro lavoro parte dall'analisi, sempre. L'Osservatorio Welfare illustra l'andamento del mercato sottolineandone i trend d'utilizzo ed è per noi una guida per indirizzare al meglio ogni direttore Hr».

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