venerdì 24 gennaio 2014
Per il presidente della Bce l'alta disoccupazione nell'Eurozona è solo in parte dovuta alla recessione: le distorsioni vanno affrontate con riforme strutturali. Visco: nessun rischio deflazione. Napolitano: servono risposte adeguate.
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L'alta disoccupazione nell'Eurozona è solo in parte dovuta alla recessione, una parte è dovuta alle distorsioni che vanno affrontate con riforme strutturali. È il caso - ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi - della disoccupazione giovanile: "C'è qualcosa nella normativa del lavoro che discrimina i giovani".In Spagna e Italia l'azione della Bce, con la promessa di fare ogni cosa necessaria a difesa dell'euro, ha praticamente dimezzato i rendimenti sui titoli di Stato. Lo ha detto il presidente della Bce al Forum economico mondiale di Davos, notando il rialzo del 50% delle Borse. "Non vedo deflazione nell'Euroarea", ha affermato il presidente della Bce. "Abbiamo una bassa inflazione" ha detto Draghi secondo cui si tratterebbe soprattutto di un "aggiustamento" dei prezzi. "Pensiamo che nel tempo l'inflazione risalirà".   VISCO: NESSUN RISCHIO DEFLAZIONEGli stress test della Bce potrebbero portare a qualche fusione fra banche italiane. Lo ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, aggiungendo che Via Nazionale non intende comunque "disegnare la mappa delle aggregazioni o decidere come dovrebbe muoversi il mercato". "L'Eurozona non ha di fronte un rischio di deflazione", ha aggiunto il governatore, sottolineando che l'evoluzione dei prezzi nel medio termine va "monitorata con attenzione". "C'è ancora molto da fare per migliorare il mercato del lavoro in Italia", ha continuato Visco, sottolineando che "la flessibilità è importante ma non basta" che si debba puntare a creare posti di lavoro a tempo indeterminato. "In Italia sono state attuate importanti riforme strutturali grazie all'ultimo Governo - ha concluso - ma questo è solo una parte di un processo più ampio" che deve includere "processi di innovazione".CAMERON SICURO DI POTER RINEGOZIARE RELAZIONE CON UEIl primo ministro britannico David Cameron si è detto sicuro di poter rinegoziare le relazioni con l'Unione europea, per consentire al Regno Unito di rimanere tra i 28. "Sono fiducioso che avremo una rinegoziazione di successo e un referendum di successo", ha detto al World Economic Forum di Davos. Tra Londra e Bruxelles ci sono molte distanze, a partire dall'immigrazione, con Cameron che chiede limiti alla libera circolazione per evitare il 'turismo dei benefit' da parte dei lavoratori dei nuovi Paesi membri come Bulgaria e Romania. Proprio questo argomento è fra i temi principali della rinegoziazione dei poteri fra Regno Unito e Ue che il premier sta portando avanti prima del referendum sulla permanenza di Londra nell'Unione promesso per il 2017.NAPOLITANO: SERVONO RIFORME"La lunga crisi finanziaria, economica e sociale che stiamo vivendo e di cui si comincia appena a intravvedere una faticosa via di uscita ha lasciato in eredità un Paese provato e seriamente preoccupato per il proprio futuro". Lo afferma il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio inviato al Congresso di Sel riunito a Riccione."Soprattutto la generazione che si affaccia ora al mondo del lavoro - continua Napolitano - si trova ad affrontare una prospettiva di peggioramento, per la prima volta dal dopoguerra, delle condizioni di vita rispetto alle precedenti generazioni". "È indispensabile che ogni forza politica si impegni, all'interno di un serrato ma costruttivo confronto, per offrire risposte adeguate ai complessi e scottanti problemi del lavoro e del disagio sociale, elaborando proposte coraggiose e sostenibili per un nuovo sviluppo nazionale, ricercando gli opportuni percorsi politici per realizzare e ponendo sempre l'interesse generale del Paese al di sopra di qualsiasi considerazione particolaristica", conclude Napolitano.
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