martedì 22 settembre 2009
Approvata dal Cdm la manovra economica per il 2010, composta di soli 3 articoli e un sostanziale rinvio dei nodi più intricati. Ma coi soldi (3,4 miliardi) per i contratti del pubblico impiego. Tremonti: in questa fase «fare di più sarebbe stato irresponsabile».
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    Una Finanziaria 2010 composta di soli 3 articoli e un sostanziale rinvio dei nodi più intricati. Ma coi soldi (3,4 miliardi) per i contratti del pubblico impiego. Giulio Tremonti lo aveva spiegato con parole chiare, ieri ai rappresentanti delle 36 sigle convocate a Palazzo Chigi per illustrare loro la legge varata stamani: in questa fase «fare di più sarebbe stato irresponsabile». Sui contratti pubblici è sorto un vero equivoco: dopo che i sindacati avevano lamentato nell’incontro la mancanza di fondi per il loro rinnovo, in una bozza circolata in serata sono spuntati oltre 3,4 miliardi (693 milioni per il 2010). Il caso sembra così risolto, anche se i sindacati chiedono il doppio. Il più deluso, dopo l’incontro, era stato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che aveva detto ai cronisti: «Per i contratti allo stato non risulta nulla, così come non c’è nulla per i dipendenti e i pensionati». Per fare di più si dovrà attendere: per Tremonti «eventuali aggiustamenti» in corso d’opera saranno valutati soltanto «sulla base di un atteso maggior afflusso d’entrate», come quelle dello scudo fiscale sui capitali rientrati, le cui entrate saranno convogliate in un fondo della presidenza del Consiglio.Insomma, la manovra resta ridotta all’osso. Di sicuro c’è la proroga al 2012 dello sgravio del 36% (con l’Iva al 10%) per le ristrutturazioni di case. «Non vediamo esigenze di altri provvedimenti», ha aggiunto il ministro dell’Economia, ricordando però che finora il governo non è stato immobile dato che «dall’inizio della crisi abbiamo varato sei decreti». Tuttavia, le cifre macro-economiche saranno migliori del previsto: non solo la frenata della crescita 2009 migliora a -5%, ma pure il dato sul deficit è rivisto a -5 dal precedente -5,3%. D’altronde, ha sostenuto Tremonti (che presiedeva la riunione assieme al sottosegretario Gianni Letta), anche per effetto della crisi l’Italia «è entrata nella normalità europea», mentre «il passato di alcuni Paesi» - che prima avevano una crescita «gonfiata» - «non sarà il loro futuro».
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