mercoledì 17 maggio 2017
Lettera del Consiglio di Strasburgo: fermare la riforma. Il Commissario per i diritti umani: la nuova legge indebolisce il sistema di protezione dei diritti dei più deboli
Via i Tribunali dei minorenni? Anche per l'Europa è un errore
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Anche il Consiglio d’Europa dice no all’abolizione dei Tribunali per i minorenni. La riforma prevista dalla legge già approvata alla Camera e ora in discussione alla Commissione giustizia del Senato, è un «passo nella direzione sbagliata». Lo scrive il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, in una lettera inviata al presidente del Senato, Pietro Grasso. Quanto previsto dalla legge può «indebolire il ben consolidato sistema di protezione dei diritti dei minori», in quanto «minerebbe la capacità dell’Italia di far fronte agli obblighi assunti in sede internazionale per la protezione dei diritti dei minori».

Nella lettera, inviata lo scorso 9 maggio ma resa pubblica ieri, il commissario europeo sostiene che «trasferire le competenze di tribunali e procure dedicati ai minori a tribunali ordinari avrà probabilmente l’effetto di diluire la capacità dei magistrati di prestare un’attenzione adeguata e specifica». C’è poi il rischio «che vada perduta la grande esperienza e conoscenza accumulata per decenni dai magistrati che si occupano di giustizia minorile». Infine, si legge nella missiva, «l’esperienza fatta in diversi Paesi mostra che il sistema migliore per assicurare una giustizia 'adatta ai minori' – che deve essere accessibile, appropriata all’età, veloce, e focalizzata sulle loro necessità e diritti – è quello che prevede, come sinora in Italia, tribunali specializzati con competenze esclusive». Muiznieks si dichiara quindi «pronto a discutere della questione », chiedendo a Grasso di inviare copia della lettera a tutti i senatori.

La bocciatura di Strasburgo ha fatto tornare il sorriso a chi da mesi si batte per modificare la legge 2284/9 che vorrebbe trasformare i Tribunali dei minorenni e le relative procure in 'sezioni' e 'gruppi specializzati' nell’ambito dei Tribunali ordinari. Un progetto contro cui sono state avviate raccolte di firme – una promossa direttamente dall’Aimmf (Associazione italiana magistrati per i minorenni e la famiglia – organizzati convegni e dibattiti. Contro la soppressione non si sono schierati solo i magistrati minorili, ma anche presidenti e procuratori di alcuni tra i più importanti Tribunali ordinari, tra cui Milano e Torino. Ieri sul tema è intervenuto anche il Garante per l’infanzia, Filomena Albano: «Il Commissario – ha fatto notare – rileva punto per punto le stesse preoccupazioni da noi espresse mesi fa, quando abbiamo rivolto al Parlamento un appello per dire no allo smantellamento dei Tribunali dei minorenni e dire sì a una riforma della giustizia a misura di bambino».

Com’è noto il disegno di legge sulle 'Modifiche al codice di procedura civile e altre disposizioni per l’accelerazione del processo civile' nel cui ambito si sta discutendo della soppressione dei tribunali per i minorenni, è stato presentato alla Camera il 2 marzo 2015 (firmatario Andrea Colletti, M5S) ed è stato approvato il 10 marzo dello scorso anno con alcuni importanti emendamenti che non soddisfano però i giudici minorili. A loro parere la riforma attribuirebbe un potere eccessivo sia al presidente del tribunale ordinario sia al procuratore ordinario che potrebbero decidere quali risorse destinare al campo minorile, quanto personale di cancelleria, quanti giudici o quanti pm. Del tutto insoddisfacente anche il cosiddetto 'ufficio unico' di cui parlano gli emendamenti in discussione, in particolare il n.1.38 che solo apparentemente fa cenno a un ufficio per la persona e la famiglia e a un pm dedicato, ma non prevede alcuna autonomia, né esclusività di funzioni.

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