venerdì 21 settembre 2018
Le principali associazioni di categoria - Avedisco e Univendita - certificano il buono stato di salute del settore, che offre opportunità di lavoro a migliaia di persone, soprattutto donne
Crescono fatturato e occupazione
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Il settore delle vendite dirette è in salute. Nei primi sei mesi dell'anno, infatti, crescono fatturato e occupazione. Lo attestano anche le principali associazioni di categoria. Avedisco (Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori) rende noti i dati del primo semestre 2018 che confermano come il comparto sia vivo, dinamico e apprezzato dai consumatori in Italia: le aziende associate hanno raggiunto un fatturato di quasi 376 milioni di euro con una crescita del +3,4% in riferimento allo stesso periodo del 2017. Parallelamente anche il valore occupazionale si dimostra in crescita: con oltre 228mila incaricati alle vendite - +7.5% rispetto al primo semestre dell’anno precedente - quasi 16mila persone in più hanno trovato lavoro, ottenendo una crescita professionale e un’affermazione personale. L’andamento positivo è confermato dai diversi comparti merceologici: nei primi sei mesi dell’anno il comparto più rappresentativo è quello “alimentare – nutrizionale” con un fatturato che supera i 288 milioni di euro, +4.2% rispetto allo stesso periodo del 2017. Seguono il settore “cosmesi e accessori moda”, con quasi 30 milioni di euro, e il comparto “casa beni durevoli” con oltre 20 milioni di euro di fatturato. Significativa la crescita del comparto “servizi” che cresce del 28.4% raggiungendo un fatturato di quasi 7 milioni di euro e del settore “Tessile” che tocca oltre 10 milioni di euro (+5.4%).

«Siamo pienamente soddisfatti dei risultati ottenuti - dichiara Giovanni Paolino, presidente di Avedisco -. Il nostro settore offre un forte contributo all’incremento dell’occupazione nel nostro Paese; siamo quotidianamente impegnati nell’attività di formazione e addestramento degli Incaricati alla Vendita, che rappresentano la forza di un comparto sempre più dinamico, con alti standard di qualità. La Vendita Diretta è oggigiorno un’opportunità che gli italiani scelgono sia come possibilità di lavoro sia come stile di consumo».


Anche le imprese associate Univendita chiudono i primi sei mesi del 2018 con un fatturato di 822 milioni e 423mila euro, con un incremento dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «La vendita diretta mantiene una performance positiva nonostante i segnali altalenanti che provengono dai diversi comparti dell’economia e che condizionano il comportamento delle famiglie nei confronti dei consumi, che nel complesso, secondo le ultime rilevazioni di Confcommercio di giugno, sono diminuiti dello 0,3% su base annua -commenta il presidente di Univendita Ciro Sinatra-. L’attuale congiuntura mostra una fase di debolezza che lascia intravedere in modo sempre più concreto il rischio di un rallentamento dell’economia, mentre le prospettive non rendono il quadro economico meno preoccupante. C’è bisogno di tornare a crescere a ritmi più sostenuti, per questo è necessario sterilizzare le clausole di salvaguardia, impedendo l’aumento dell’Iva nel 2019, perché provocherebbe una diminuzione della domanda interna in un momento di rallentamento della crescita e di stagnazione dei costumi».

Analizzando i risultati di Univendita nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato “cosmesi e cura del corpo” (+0,7%) seguito dai “beni durevoli casa” che hanno segnato un +0,6% e che, con una quota di mercato del 58%, si confermano il comparto più importante della vendita a domicilio. Seguono gli “alimentari e beni di consumo casa” con un incremento dello 0,4%; infine, la categoria “altri beni e servizi” registra un aumento dello 0,7%.

Il numero degli addetti alla vendita cresce dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2017, con 139mila venditori di cui l’88,4% donne: «Un dato comunque positivo che si inserisce in un quadro generale dell’occupazione non molto brillante», chiosa Sinatra.

La vendita a domicilio registra un risultato sostanzialmente in linea rispetto al commercio tradizionale. Secondo i dati Istat, nel primo semestre del 2018 le vendite della grande distribuzione sono aumentate dell’1%, mentre quelle dei piccoli esercizi commerciali sono diminuite dell’1,5%. Nel secondo trimestre 2018 il Pil è cresciuto dell’1,1% nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a giugno una diminuzione dello 0,3% su base annua.


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