venerdì 29 novembre 2019
Attualmente i detenuti iscritti a corsi universitari sono 926 (897 uomini, 29 donne)
Università e carcere, libertà di studiare
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La Crui (Conferenza dei rettori) e la Cnupp (Conferenza nazionale dei poli universitari penitenziari) hanno organizzato presso la Sapienza Università di Roma un incontro per raccontare la propria attività e confrontarsi sul tema della formazione che gli Atenei mettono a disposizione dei detenuti. «Quando si pensa all'Università spesso ci si limita alla didattica e alla ricerca- ha detto Gaetano Manfredi, presidente
della Crui -. Ma si tratta di una percezione parziale. L'Università è anche un importantissimo strumento di inclusione e di promozione sociale. Nel caso degli istituti penitenziari ciò emerge con molta evidenza. La costituzione prevede che la pena abbia funzione riabilitativa e la collaborazione fra Università e poli penitenziari va esattamente in questa direzione».

«Le Università si ispirano al principio che il diritto allo studio universitario va garantito anche a chiunque si trovi in condizioni di limitazioni della libertà personale - ha detto Franco Prina, presidente della Cnupp. - Per questo l'impegno duplice della Cnupp: far sì che tutti gli Atenei siano fattivamente impegnati a mettere a disposizione le proprie strutture didattiche per questo compito impegnativo; e mantenere un confronto permanente con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria perché in ogni istituto siano garantite le
condizioni essenziali per rendere fruibile tale diritto, in maniera omogenea e per tutti coloro che intendano esercitarlo».

La Crui e gli Atenei associati, convinti della necessità sociale di questo percorso, hanno istituito nel 2018 la Cnupp. Ciò per riconoscere e promuovere l'impegno di un numero crescente di Atenei per il diritto allo studio degli studenti detenuti o sottoposti a misure di privazione della libertà personale. Attualmente i detenuti iscritti a corsi universitari sono 926 (897 uomini, 29 donne). La maggior parte appartengono a regimi detentivi "normali", mentre 317 sono in alta sicurezza e 14 al 41 bis. Le Università sono presenti in 92 istituti penitenziari. La maggior parte dei detenuti è iscritta a discipline politico sociologiche (23%) e umanistiche (21%).

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