mercoledì 9 settembre 2020
Segnali di ripresa da costruzioni e agroalimentare, soffrono turismo e moda. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la riduzione delle entrate programmate si attesta al -28,7%
Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere

Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere - Archivio

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Sono oltre 310 mila le assunzioni previste dalle imprese nel mese di settembre. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la riduzione delle entrate programmate si attesta al -28,7%. Un riavvio delle attività in vista dell’autunno particolarmente cauto, quindi, ma segnali di ripresa si evidenziano per le costruzioni e le industrie alimentari. Le prospettive economiche sono caratterizzate dall’incertezza soprattutto per quanto riguarda gli andamenti dei mercati internazionali, tanto che anche per il trimestre settembre-novembre si prevede un flusso di assunzioni in flessione rispetto all’analogo periodo del 2019 ed aumenta la quota delle imprese (dal 49,1% di giugno al 64,9% di agosto) che prevedono il recupero dei livelli produttivi pre-Covid non prima di giugno 2021. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di settembre.

Segnali di ripresa arrivano dalle industrie alimentari e dalle costruzioni, settori che con quasi 11mila e oltre 34mila entrate previste, rispettivamente, contengono la flessione e si avvicinano molto ai livelli dell’anno precedente. È inoltre in netta crescita la difficoltà di reperimento per alcune delle principali professioni di sbocco dei due comparti: è il caso degli artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari (3.680 assunzioni, nel 43,7% dei casi difficili da reperire, +7 punti su settembre 2019) o degli artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento di strutture edili (13.190 entrate, il 29,6% difficili da reperire, +4 punti) e degli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (11.870 entrate, 49,9% la difficoltà di reperimento, +7 punti).

La scarsa domanda sui mercati internazionali penalizza, invece, le prospettive occupazionali del sistema moda, così come quelle della filiera dei turismo sono negativamente condizionate dalla caduta dei flussi turistici dall’estero.

Le micro e piccole imprese (1-49 dipendenti), soprattutto nei comparti manifatturieri e delle costruzioni, sembrano reagire meglio in questa fase di lenta ripresa contenendo le perdite occupazionali programmate per il mese di settembre al -25,5% (rispetto al 2019), mentre per le medio-grandi (50 e oltre) il calo previsto è più ampio (-33,3%).

Meglio della media nazionale si prospetta l’andamento delle assunzioni a settembre per le regioni del Sud e Isole e per il Nord Ovest, mentre più negative sono le previsioni delle imprese del Nord Est e del Centro.





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