martedì 17 maggio 2016
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MILANO Sei miliardi per sostenere gli investimenti e favorire l’accesso al credito delle imprese operanti nel settore agroalimentare italiano da qui al 2018 e 300 milioni per la prima tranche di 'Agribond', la tranched cover per le imprese della filiera agricola. Sono i punti principali del 'Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro', l’accordo tra il ministero delle Politiche agricole e il gruppo Uni-Credit per aiutare le aziende italiane dell’agroalimentare a crescere. Da sole, infatti, le imprese del settore contribuiscono all’11% dell’economia reale del Paese e hanno un giro d’affari di circa 190 miliardi di euro, ma fanno i conti quotidianamente con problemi che le frenano, dalla debolezza di alcune filiere storiche come il lattiero-caseario, alla contraffazione, al peso dell’export che è ancora troppo basso e che arriva al 17%. Il programma che nasce da questo accordo vuole sfruttare dunque le «grandi potenzialità» di un comparto che annovera «il maggior numero di prodotti certificati di qualità», come spiega l’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni: «Abbiamo disponibilità liquida per investire, molte imprese necessitano di credito non per sopravvivere ma per crescere». È lo stesso Ghizzoni a indicare una linea per il futuro: «Dobbiamo esserci sui mercati emergenti e non mollare sui maturi», cooperando «con le grandi catene della distribuzione». I sei miliardi verranno distribuiti in base alle potenzialità del territorio, ma non sono l’unica voce dell’accordo. Per l’internazionalizzazione delle imprese è previsto un programma di formazione e sviluppo delle conoscenze, incontri B2B virtuali per portare all’estero 3mila aziende agricole e la digitalizzazione della filiera in partnership con Penelope e Cisco. Quella della digitalizzazione è «la grande partita da giocare per il futuro » secondo il ministero per le Politiche agricole Maurizio Martina, che a marzo ha siglato un accordo sempre di 6 miliardi per le imprese dell’agroalimentare col gruppo Intesa: «Siamo aperti a tutti gli istituti di credito che vogliono specializzare progetti su questo settore, ne abbiamo in fase di valutazione altri». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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