martedì 12 dicembre 2017
I vertici a Londra per il Capital Markets Day. Tante conferme e qualche correzione in positivo, tra cui la più significativa è l’accelerazione del processo di riduzione dei Non performing loans
UniCredit aumenta il dividendo. Npl a Generali e King Street
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Tante conferme e qualche correzione in positivo, tra cui la più significativa è l’accelerazione del processo di riduzione dei Non performing loans (Npl), cioè dei crediti deteriorati. A un anno esatto di distanza dal lancio della ricapitalizzazione da 13 miliardi di euro – mai vista prima di allora a Piazza Affari –, i vertici di Unicredit si ritrovano a Londra per il Capital Markets Day. L’appuntamento serve ad aggiornare il piano “Transform 2019”, svelato proprio nella City contestualmente all’aumento di capitale
record.
“Siamo pienamente in linea con le attese", afferma l’amministratore delegato dell’istituto, Jean Pierre Mustier. Una conferma degli obiettivi chiave a cui segue un lieto annuncio per gli azionisti.

“Abbiamo deciso di incrementare il nostro dividendo per l'esercizio 2019 dal 20 al 30% - è la promessa del manager francese -, mantenendo nel contempo il nostro target di Cet1 ratio6 ad un livello maggiore del 12,5%”. Detto in altre parole: c’è l’assicurazione dello stacco di una cedola di importo superiore, ma che non avrà conseguenze sull’indice di solidità della banca di Piazza Gae
Aulenti.

Venendo all’ulteriore diminuzione di crediti deteriorati, sarà “di altri 4 miliardi di euro entro il 2019”. E si passerà così dai 77,8 miliardi di fine 2015 a 40,3 miliardi tra due anni. Sempre riguardo ai prestiti non performanti, la banca annuncia di aver siglato due accordi per ridurre la propria partecipazione nel portafoglio di crediti in sofferenza chiamato Fino (Failure is not an option) al di sotto del 20% dal 49,9% di partenza. Entrando nel dettaglio, il gruppo Generali ha acquistato da Unicredit il 30% dei titoli emessi da Onif (veicolo Pimco nell’ambito del programma Fino). La seconda intesa è stata firmata con la società statunitense di gestione fondi King Street Capital Management. “Non ci sono ulteriori accantonamenti su Fino e sull’operazione non c’è alcun tipo di esame approfondito da parte della Bce”, puntualizza il banchiere che, in un anno e mezzo di guida, ha rinnovato a 360 gradi l’istituto. Da quando al timone c’è lui, infatti, è stata avviata una vera e propria ristrutturazione: dal miglioramento della qualità dei crediti, alla dieta ferrea sui costi (con una significativa riduzione delle filiali).

Il percorso di costruzione di una banca sempre più paneuropea – che la scorsa settimana ha dato il via libera al rafforzamento della governance con più poteri ai manager – sembra destinato a continuare anche nel prossimo futuro sulla scia dei “desiderata” della Bce per il sistema. Al momento, il cammino di Unicredit non dovrebbe prevedere novità su Mediobanca, visto che Mustier non sembra intenzionato a procedere con un’uscita a stretto giro: “Per noi è una partecipazione finanziaria”. Con più decisione, invece, viene allontanata l’eventualità di un’imminente maxi-acquisizione in Europa: “Il nostro è un piano basato su una crescita organica. Fino al 2019 ed oltre”.

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