giovedì 10 ottobre 2019
Coloro che non studiano né lavorano sono presenti soprattutto in Sicilia (38,6% sulla popolazione), Calabria (36,2%), Campania (35,9%), Puglia (30%) e Sardegna (27,5%)
Oltre due milioni di giovani inattivi in Italia, record in Europa
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In Italia i Neet, cioè i ragazzi che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso di formazione nella fascia d'età 15-29 anni nel 2018 erano pari a 2.116.000, rappresentando il 23,4% del totale dei giovani della stessa età presenti sul territorio. L'Italia continua a posizionarsi al primo posto nella graduatoria europea, seguita da Grecia (19,5%), Bulgaria (18,1%), Romania (17%) e Croazia (15,6%). Invece i Paesi con il tasso di Neet più contenuto sono: Paesi Bassi (5,7%), Svezia (7%), Malta (7,4%). La media europea è del 12,9%. Questi i principali dati contenuti nella ricerca condotta dall'Unicef, "Il silenzio dei Neet. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio, lanciato oggi nell'ambito del progetto Neet Equity.

«Essere Neet è una condizione di disagio ed esclusione sociale - ha dichiarato il presidente dell'Unicef Italia Francesco Samengo - che priva i ragazzi e le ragazze di una possibilità di futuro, lasciandoli indietro. Con questo progetto vogliamo migliorare la capacità di un territorio di fare sistema nel costruire politiche attive partecipate a favore dell'inclusione dei giovani Neet».

I giovani che non studiano né lavorano sono presenti soprattutto in Sicilia (con un'incidenza del 38,6% sulla popolazione), Calabria (36,2%), Campania (35,9%), Puglia (30,5%) e Sardegna (27,5%). Lo studio - che si è avvalso di raccolta dati, focus group e interviste a 26 persone, tra insegnanti, referenti di enti, giovani Neet - ha mirato a conoscere meglio l'entità del fenomeno dei Neet sia nel contesto nazionale (con un confronto alla situazione europea) sia in quello di Napoli, Taranto e Carbonia, le tre città principali destinatarie del progetto. Tra gli obiettivi del progetto, c'è quello di aumentare il grado di conoscenza e informazione sulla condizione dei giovani nei nostri territori, tramite una ricerca-azione che li coinvolga direttamente; creare spazi di ascolto e partecipazione dove far emergere i talenti e progettare insieme azioni di volontariato sociale in città (Lup-Laboratori urbani di partecipazione); promuovere "spazi di concertazione territoriale" in cui confrontarsi e costruire, in modo partecipato, piani efficaci e politiche attive dedicate ai giovani.



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