sabato 13 gennaio 2018
Impiegati 17.612 addetti in oltre 1.200 aziende, ha un fatturato di cinque miliardi di euro ed è storicamente considerata leader mondiale per l'elevato sviluppo tecnologico e qualitativo
L'industria conciaria riparte dalle esportazioni
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L'industria conciaria italiana, rappresentata da Unic (Unione nazionale industria conciaria), sulla base dei dati ancora parziali attualmente disponibili (primi nove mesi), stima di chiudere il bilancio complessivo 2017 con esportazioni in aumento del 9% in volume e dell’1% circa in valore. L'industria conciaria italiana impiega 17.612 addetti in oltre 1.200 aziende, ha un fatturato annuo cinque miliardi di euro ed è storicamente considerata leader mondiale per l'elevato sviluppo tecnologico e qualitativo, lo spiccato impegno ambientale e la capacità innovativa in termini di design stilistico.

Se confermata a fine anno, la crescita 2017 delle esportazioni italiane di pelli conciate interrompe l'andamento lievemente negativo che aveva caratterizzato i risultati 2015 e 2016. Una crescita internazionale che dovrebbe tradursi in un leggero aumento della produzione totale in volume e in una rassicurante stabilità in valore. Tra le destinazioni d’uso, persistono il buon andamento della domanda per interni auto e la sostanziale positività dell’arredamento. La clientela moda lavora a macchia di leopardo: la pelletteria si conferma generalmente più brillante della calzatura, con una persistente attenzione al prezzo. Tra i principali Paesi esteri di destinazione, risulta significativa la crescita dell’area cinese, tornata in positivo dopo due anni: +7%. Bene Regno Unito (+7%) e Vietnam (+14%), mentre appaiono invariati i flussi verso gli Usa, dopo sette anni di continui incrementi. Nel contesto dell’Unione europea cresce la Francia, rallentano le altre principali nazioni e, a dimostrazione di come sia cambiata la mappa della delocalizzazione manifatturiera, diminuiscono le spedizioni verso Romania, Tunisia, Bulgaria e Serbia, mentre crescono Albania, Repubblica Ceca e Ungheria.

L’andamento delle esportazioni rappresenta una conferma di quanto il contributo dei mercati esteri risulti da tempo fortemente maggioritario e abbia superato, negli ultimi anni, il 75% del totale della produzione. Nel 1992 la quota era pari al 35%. La pelle made in Italy detiene da tempo un primato di eccellenza riconosciuta a livello globale. Una leadership forte e consolidata, costruita su qualità, innovazione tecnologica, ricerca stilistica e sostenibilità. Fattori che si riflettono sul valore complessivo della produzione e sul peso commerciale internazionale delle concerie italiane, entrambi da molti anni al primo posto sia nella graduatoria europea che in quella globale. Le esportazioni raggiungono in media 125 Paesi ogni anno (dalla A di Albania alla Z di Zimbabwe), per un valore complessivo di circa quattro miliardi di euro e (in base ai dati Onu-Wto) il 26% del commercio mondiale di pelli finite ha origine italiana.

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