giovedì 7 aprile 2016
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Il manager vuole l’egemonia europea. Magari con Sarkozy Vincent Bolloré, sessantenne parigino dal patrimonio miliardario, è il nuovo astro della finanza transalpina impegnata in una postnapoleonica «campagna mediterranea». Il suo nome è in questi giorni al centro delle cronache per una serie di blitz borsistici: ultimo il controllo della nostra Telecom della quale, rastrellando in Borsa, ha acquisito il 24,9 per cento del capitale. Probabilmente non estraneo il sostegno di Mediobanca della quale detiene un robusto 8%, mentre è notoria la sua influenza nel colosso assicurativo Generali. Chi sono, da dove vengono i Bolloré? Per comprendere il presente, serve scandagliare il passato. Le origini risalgono al 1478, allorché un Alain Bolloré, marinaio, venne condannato per pirateria dal tribunale di Bordeaux. La famiglia riemerge nel 1822. Sulle rive del torrente Odet, in uno sperduto angolo della Bretagna , René-Guillaume Bolloré crea una cartiera ad acqua denominata «Les papeteries ». L’iniziale successo è rinverdito dal nipote Jean-René. Medico in marina, ha scoperto in Cina un rivoluzionario prodotto, la carta di riso per sigarette. Ed a questo punto entra in gioco la politica. Napoleone III concedendo ai Bolloré un contratto di fornitura in esclusiva. La Ditta decolla, presto annoverando fra i clienti Reynold Tobacco ed American Tobacco. Antesignano per sensibilità sociale ed inspirandosi all’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, assicura alle migliaia di dipendenti altri salari, previdenza sanitaria e parità retributiva uomodonna. Finché, assunte le redini dell’azienda, il giovane Michel si trasferisce a Parigi: mondanità e business, nonché «relazioni privilegiate» con gli ambienti politici. Mai venute meno, da Napoleone III passando nell’anteguerra per il socialista Léon Blum; rinsaldate con George Pom- pidou primo ministro del generale De Gaulle. Michael Bolloré sposato con la bellissima aristocratica Monique Follot, ha due figli ( Vincent e Michel-Yves), ed un’azienda apparentemente florida. In realtà, Les papeteries campano su sovvenzioni pubbliche e compiacenti commesse. In loro soccorso muove Antoine Bernheim vicino alla celeberrima Banque Lazard che trova nel giovanissimo Vincent il pupillo. Facendogli interrompere gli studi, lo inserisce nel «giro che conta», grazie anche al matrimonio con Sophie Fossoriere. Da qui all’incontro con il premier e futuro presidente Jacques Chirac il passo é breve. Gollista e liberal-conservatore Vincent? Forse. Col mutare del clima politico, lo ritroveremo vicino al socialista Francois Mitterand divenuto Capo dello Stato; nonché accompagnare in un lungo viaggio in Estremo Oriente ed Africa il premier socialista Micheal Rocard. È il salto di qualità: rendendo marginale l’antica vocazione cartaria (ormai priva di prospettive), Vincent dà al gruppo, finanziariamente risanato grazie al sostegno di Bernheim-Lazard, un respiro internazionale acquisendo la Scac, fondata nel 1885, che monopolizza i traffici intercontinentali di petrolio e carbone: 12 mila dipendenti sparsi in cinquanta paesi. A coronare il «rilancio», Bernheim (a sua volte intimo di Enrico Cuccia), introduce il pupillo nel salotto di Mediobanca. È il decollo dell’Impero Bolloré, incarnato da Vincent, mentre Michel è scomparso nel 1997 dopo lunga malattia. Al vertice la Sofibol (Sosietè financiére Bollorè) interamente di proprietà familiare che, a cascata, controlla la «Financiére de l’Odet» (un omaggio alle origini!). Da qui si dipana la miriade di partecipazioni, per un valore di bilancio calcolato in 9,9 miliardi di euro. Ultima perla, Telecom Italia. Misteri della finanza: la Sofibol, cuore della galassia ed al vertice della piramide, ha un capitale di soli 180 milioni di euro. «Con pochi milioni di tasca sua, il raider francese governa su mezzo Gotha della finanza europea», ha commentato (30 marzo 2016) l’autorevole Sole 24Ore. In realtà i propositi di Bolloré paiono essere ancora più ambiziosi: una vera e propria «egemonia mediterranea » nei cruciali settori dei trasporti marittimi, dell’energia, delle telecomunicazioni, della TV. Se al riguardo sono in avanzata maturazione gli accordi con la berlusconiana Mediaset e la galassia Fininvest, chi ha la memoria lunga ben ricorda il maggio 2007. Appena proclamato presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy festeggiò l’evento ospite dello yatch Paloma dei Bolloré, ancorato a Malta. Lì maturando quella strategia che fu all’origine degli sconvolgimenti in Tunisia, Libia, Egitto, Siria. L’intento era di fare del Mediterraneo un «mare francese». Poi é successo quel che è sotto i nostri occhi; eppure Sarkozy (autocandidatosi per succedere a Francois Hollande nel 2017) e Bolloré potrebbero essere tentati da un bis. Lo strapotere finanziario del magnate transalpino va quindi preso con le molle, ad evitare poco liete sorprese. © RIPRODUZIONE RISERVATA FINANZIERE Vincent Bolloré, sessantenne parigino dal patrimonio miliardario, è il nuovo astro della finanza transalpina impegnata in una «campagna mediterranea».
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