giovedì 30 giugno 2016
Il disegno di legge prevede il riconoscimento della qualifica rilasciata esclusivamente dalle associazioni riconosciute, a loro volta chiamate ad attestare lo svolgimento di una verifica teorico-pratica. Sono previsti corsi di 40 ore di laboratorio, 30 di lingua straniera, 20 di scienza dell'alimentazione, 30 di igiene e somministrazione di alimenti.
Un diploma e un albo per diventare pizzaioli
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Forte della candidatura del loro prodotto a patrimonio immateriale dell'umanità dell'Unesco, i 150mila pizzaioli italiani puntano al bersaglio grosso: il riconoscimento in albo professionale, non come status ma come punto culminante di un percorso formativo e come garanzia a tutela del consumatore. Al loro fianco trovano i senatori del centrodestra (di Fi, soprattutto, ma ci sono anche senatori Ncd, Conservatori e Lega), stavolta unito davvero, che hanno sottoscritto il disegno di legge, di iniziativa del senatore azzurro Bartolomeo Amidei, per la Disciplina dell'attività, riconoscimento della qualifica e istituzione dell'albo nazionale dei pizzaioli professionisti.Il ddl del quale è relatrice Paola Pelino (Fi), e che prevede il riconoscimento della qualifica a chi consegue un diploma rilasciato esclusivamente dalle associazioni riconosciute, a loro volta chiamate ad attestare lo svolgimento da parte dei pizzaioli di una verifica teorico-pratica. Sono previsti corsi di 40 ore di laboratorio, 30 di lingua straniera, 20 di scienza dell'alimentazione, 30 di igiene e somministrazione di alimenti. Viene istituito un apposito albo, l'iscrizione al quale è condizione necessaria per l'esercizio dell'attività. L'art.8 del ddl istituisce, inoltre, la Giornata italiana della pizza.Per il senatore Amidei, ideatore della proposta, "l'Italia ha una grande responsabilità che le deriva dal fatto che il marchio made in Italy è sul podio di quelli più conosciuti al mondo, con Coca Cola e Visa e la pizza rappresenta il 50% del fatturato della nostra ristorazione, mentre la dieta mediterranea, di cui la pizza è parte integrante, è un trend mondiale. In questo contesto, non c'è spazio per l'improvvisazione e la figura del pizzaiolo va valorizzata e riconosciuta".Paola Pelino, relatrice nella commissione Industria di cui è vice presidente, si è lanciata anima e corpo in questa mission: "È stato difficile - ha detto - ma finalmente siamo riusciti a calendarizzare il ddl e abbiamo in agenda almeno 25 audizioni da svolgere con i soggetti competenti"."Il mio auspicio, e me ne farò promotrice presso il presidente Pietro Grasso - ha proseguito - è che si riesca ad ottenere la sede deliberante per un ddl di interesse generale, in modo da velocizzarne l'iter a palazzo Madama e magari di ottenerne l'approvazione definitiva entro l'anno". La conferenza stampa è stata una sorta di giornata dell'orgoglio pizzaiolo, visto che per la prima volta in una sede istituzionale si sono riuniti tutti i rappresentanti della categoria."Il Senato ha fatto la storia - ha affermato Evandro Taddei, del Comitato pizzaioli italiani per l'istituzione dell'albo - perché si è capito che noi siamo degli artigiani, degli artisti. E finora, senza nulla togliere a nessuno, siamo stati inquadrati come camerieri, mentre siamo gli artefici del prodotto italiano più famoso al mondo. È un atto di giustizia per noi e di tutela nei confronti dei consumatori, rispetto ai troppi 'praticoni' che operano nel settore".
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