mercoledì 29 maggio 2013
​La decisione è stata presa dal collegio dei commissari. Altri quattro Stati membri interessati: Lettonia, Lituania, Romania e Ungheria. L'Ue chiede che Il nostro Paese risolva - tra l'altro - la carenza di flessibilità, l'eccesso di carico fiscale su lavoratori e imprese e il settore dei servizi ingessato, chiuso alla competitività. Soddisfatto il presidente del Consiglio Letta.
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La Commissione europea ha chiesto l'abrogazione delle procedure per deficit eccessivo aperte a carico di cinque Stati membri: Italia, Lettonia, Lituania, Romania e Ungheria. La decisione è stata presa dal collegio dei commissari in occasione della presentazione delle raccomandazioni specifiche per Paese. La Commissione Ue ha esteso il termine di rientro dal deficit eccessivo (superiore al 3% del Pil) per sei Paesi: Spagna, Francia, Olanda, Polonia, Portogallo e Slovenia. La Commissione ha anche lanciato un avviso al Belgio che non ha ancora "preso misure effettive" per il rientro dal deficit, si tratta di  un passo che potrebbe preludere a una multa nei confronti del Paese. Infine la Commissione ha raccomandato l'apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti di Malta.BARROSO: L'ITALIA NON PUO' RILASSARSI"Per noi l'Italia ha corretto il deficit eccessivo nel 2012, ma l'Italia non può rilassarsi per l'elevato livello di debito pubblico". Lo afferma il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, presentando le raccomandazioni specifiche per paese presentate oggi a Bruxelles. Ricordando l'importanza per il nostro Paese di "continuare con l'attuazione delle misure di consolidamento avviate nel 2011", Barroso avverte che per l'Italia si attende un rapporto deficit/Pil al 132% nel 2014. "L'elevato debito pubblico continua a gravare sull'Italia", quindi perché il nostro Paese sia con i conti in regola "riteniamo che ci sia un gran lavoro da fare".LE SEI RACCOMANDAZIONI Sei le raccomandazioni che accompagnano la prevista e ampiamente anticipata proposta della Commissione europea di archiviare la procedura per deficit eccessivo aperta nei confronti dell'Italia ormai quattro anni fa. Una chiusura della procedura che dovrebbe consentire al ministero dell'Economia di innalzare a 2,9% del Pil rispetto all'1,8% indicato dal Def l'obiettivo di indebitamento del 2014, mantenendo il bilancio in pareggio al netto del ciclo economico e delle una tantum. Tornando alle raccomandazioni, quella in tema fiscale entra pienamente nell'attuale dibattito politico nazionale: l'Italia, a parità di gettito, deve alleggerire il carico fiscale da lavoro e capitale compensandolo con la maggiore tassazione dei consumi (Iva) e degli immobili (Imu). In tema di Iva la Ue chiede di rivedere il regime delle esenzioni e delle aliquote ridotte, mentre per gli immobili la Commissione raccomanda di riformare il catasto per allinearlo ai valori di mercato. Una linea che pare vicina a quella del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, favorevole a occuparsi prima del rilancio degli investimenti che di bloccare il previsto aumento dell'Iva, ma non a quella dell'intero governo.A fianco della reiterata richiesta del consolidamento del bilancio, la Ue chiede un sistema bancario più produttivo, una pubblica amministrazione più efficiente, una giustizia civile più veloce, un mercato del lavoro più flessibile, la maggiore apertura alla concorrenza sul mercato dei servizi.La raccomandazione numero uno sui conti pubblici punta il riflettore su uno dei punti in assoluto più deboli del sistema Italia, un debito pubblico stimato quest'anno dalla Ue oltre il 131% del Pil, a fronte dell'obiettivo di 60% del 'fiscal compact', e oltre il 132% nel 2014 (più del 134% secondo l'Ocse ).I Paesi europei - dicono le nuove norme - si impegnano a mantenere l'indebitamento strutturale entro lo 0,5% del Pil, con deroghe soltanto in caso di gravi recessioni e calamità naturali. Il Trattato introduce inoltre l'obbligo di ridurre ogni anno il rapporto debito/Pil in misura pari ad almeno un ventesimo della distanza tra il livello effettivo e la soglia di 60%.Diffuso soltanto la settimana scorsa, il rapporto annuale Istat 2012 simula l'effetto delle nuove regole Ue su un Paese con un debito intorno a 130% del Pil, un potenziale di crescita di circa 1% e un costo medio del debito in area 4%, concludendo che in simili condizioni per un rientro del debito a 60% del Pil sono necessari 80 anni.Una delle maggiori fragilità dell'Italia è sicuramente il mercato del lavoro, come puntualizzano addirittura tre delle sei raccomandazioni Ue: carenza di flessibilità, eccesso di carico fiscale su lavoratori e imprese e settore dei servizi ingessato, chiuso alla competitività.LA SODDISFAZIONE DI LETTAÈ la carta del rilancio dell'occupazione che il premier Enrico Letta intende giocarsi in Europa, presentando un Paese virtuoso sotto il profilo dei conti pubblici che non chiede alcuna deroga o sconto ma risorse a favore dell'occupazione giovanile.  Il governo si mostra soddisfatto per l'uscita dell'Italia dalla procedura di deficit eccessivo e ribadisce l'impegno a rispettare gli obblighi assunti con l'Unione europea. Lo dice il presidente del Consiglio italiano, dopo che la Commissione europea ha proposto di chiudere la procedura avviata ai danni dell'Italia a fine 2009. "L'uscita del nostro Paese dalla procedura europea per i disavanzi eccessivi è motivo di grande soddisfazione. Il merito è dello sforzo sostenuto da tutti gli Italiani, che devono essere orgogliosi di questo risultato", spiega il capo del governo. "Raccogliamo il frutto del lavoro dei precedenti governi, in particolare di quello presieduto da Mario Monti, al quale va il mio personale ringraziamento. Quanto all'attuale esecutivo, l'impegno è quello di rispettare gli obblighi assunti in sede europea e di applicare il programma sul quale il Parlamento ha votato la fiducia", continua Letta.Come altri sfortunati partner comunitari - Grecia in testa, Spagna al secondo posto, Italia terza e Portogallo quarto - Roma condivide il triste primato di un tasso di disoccupazione giovanile ben oltre 30%.A Bruxelles ieri per un incontro con commissario al Lavoro Lazslo Andor, il responsabile al Welfare Enrico Giovannini ha confermato che l'Italia potrà disporre di un importo di 400-600 milioni dal programma 'youth guaranteè nell'arco del 2014-2020, su un totale di sei miliardi.Sarà dopodomani a Roma per preparare il vertice di fine giugno il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, mentre un consiglio straordinario dedicato al tema occupazione si svolgerà a Berlino nel mese di luglio.Un'ultima sollecitazione da parte della Commissione - naturalmente nemmeno in questo caso nuova - riguarda il migliore funzionamento della macchina della pubblica amministrazione.Tornando infine brevemente alla chiusura della procedura per eccesso di deficit - misura chiesta anche per Lettonia, Ungheria, Lituania e Romania - la proposta odierna dell'esecutivo passa all'esame dell'Eurogruppo del 20 giugno per poi arrivare il 27/28 sul tavolo del consiglio dei capi di Stato e di governo.
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