giovedì 23 marzo 2017
È il primo istituto di credito a lanciare un'offerta integrata di servizi per le aziende. Si punta a farne un elemento strutturale del sistema di assistenza e protezione sociale
Il welfare arriva allo sportello
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Un altro tassello nella costruzione del welfare che verrà. È quello che ha posto ieri a Milano Ubi Banca presentando Ubi Welfare, nuova offerta di servizi nell’ambito del welfare aziendale. Un passo che fa di Ubi Banca il primo istituto bancario italiano a entrare nel settore del welfare aziendale, in gran fermento dopo che le ultime due leggi di Stabilità hanno previsto benefici fiscali a favore del welfare aziendale, nel tentativo di farne in prospettiva un elemento strutturale del sistema di assistenza e protezione sociale, in grado di dare un sostegno sempre meno marginale a un sistema di welfare pubblico da tempo in difficoltà.

Ubi Welfare si pone come offerta integrata di servizi rivolti alle aziende, e ai loro dipendenti, che intendono avviare programmi e iniziative di welfare aziendale per rispondere alla crescente domanda di servizi, enormemente accentuata in questi ormai quasi dieci anni di crisi, nell’ambito ad esempio della prevenzione, della cura, dell’assistenza e dell’educazione. L’obiettivo è accompagnare le aziende in ogni fase del processo (informazione, education per i dipendenti, consulenza, messa a disposizione e gestione della piattaforma) per arrivare a definire, in base alla loro tipologia, dimensione e caratteristiche, programmi di welfare aziendale ritagliati su misura e personalizzabili sulle esigenze dei propri dipendenti. Per farlo, Ubi Welfare collaborerà con associazioni datoriali, professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro), realtà del Terzo settore (in questo senso ci si potrà innestare sul percorso iniziato da anni da Ubi Comunità, il modello di servizio di Ubi Banca per le organizzazioni non profit), creando su base territoriale reti di eccellenze con tali soggetti. In altre parole, ecosistemi di welfare aziendale. «Quella di oggi – ha detto Letizia Moratti, presidente del Consiglio di Gestione di Ubi Banca – è solo la prima presentazione di Ubi Welfare. Altre ne seguiranno, ad esempio con le Confindustrie locali, perché vogliamo che sia un’iniziativa di prossimità».

Ubi Welfare è nato all’interno della nuova struttura Wealth and Welfare, alla cui guida c’è Rossella Leidi. Come target principale avrà le circa 300mila aziende con cui la banca ha già rapporti, di cui si stima che le più pronte a cogliere le opportunità offerte dalla piattaforma potrebbero essere circa un terzo.
Allo scopo di dare un contributo anche alla riflessione e analisi sui temi del welfare aziendale, Ubi Banca ha annunciato ieri anche la nascita dell’Osservatorio Ubi Welfare, in collaborazione con Adapt, la Scuola di Alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro fondata nel 2000 dal professor Marco Biagi: «Il nostro obiettivo – ha sottolineato il professor Michele Tiraboschi, coordinatore scientifico di Adapt – sarà mappare e fare ordine fra le iniziative, spesso frammentate ed episodiche, di welfare aziendale. Che non è paternalismo, ma una risposta attiva ai bisogni. In una logica di rete, di comunità e di territorio».

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