venerdì 8 maggio 2020
L'attività principale di corse con il conducente è crollata a picco ma i ricavi della società sono cresciuti grazie a Uber Eats
Uber in crisi si salva con il food delivery
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In tempi di coronavirus la flessibilità si rivela una carta vincente. La pandemia fa lievitare le perdite di Uber che, nel primo trimestre, sono più che raddoppiate a 2,94 miliardi di dollari dagli 1,09 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso. I ricavi però sono saliti a 3,54 miliardi dai 3,1 miliardi del 2019. Merito di un cambio di rotta dettato dal momento in cui ci troviamo.

"Anche se le nostre attività sulle corse" in auto "sono state colpite duramente" dal coronavirus "abbiamo preso azioni rapide per preservare la forza del nostro bilancio, concentrare ulteriori risorse su Uber Eats e prepararci per ogni possibile scenario", afferma Dara Khosrowshahi, l'amministratore delegato di Uber. Il coronavirus ha di fatto fatto precipitare la domanda di corse in auto condivise dalla metà del mese di marzo, penalizzando la società. A 'salvarè l'app per auto con conducenti è stata Uber Eats, la divisione per la consegna di pranzi e cene a domicilio, la cui domanda è schizzata con miliardi di persone costrette in casa. Le prenotazioni su Uber Eats sono così salite a 4,68 miliardi di dollari, il 52% in più rispetto all'anno scorso e il 7% in più rispetto agli ultimi tre mesi del 2019. "Insieme al balzo delle consegne" di pranzi e cene, "siamo incoraggiati dal vedere i segnali iniziali dei mercati che stanno riaprendo - spiega Khosrowshahi -. La nostra struttura dei costi altamente variabile resta un vantaggio importante mentre prevediamo che la ripresa delle corse varierà da città a città e da paese a paese". Uber ha annunciato nelle ultime ore un taglio della sua forza lavoro del 14%, per complessivi 3.700 dipendenti e avvertito che potrebbe procedere con ulteriori tagli dei costi.

Intanto la piattaforma di food delivery conferma il suo impegno verso le persone che oltre a quella sanitaria si trovano ad affrontare anche l'emergenza alimentare. Grazie alla collaborazione con Fondazione Banco Alimentare, tutti gli utenti della piattaforma possono infatti prendere parte al progetto "Spesa Sospesa", donando alcuni prodotti di prima necessità della propria spesa a coloro che ne hanno più bisogno. Dopo il successo riscosso a Napoli, grazie alla partnership con la catena di supermercati Sole365, in cui è possibile contribuire all'iniziativa sia in loco che online, "Spesa Sospesa" arriva anche a Roma e Milano. Nella capitale hanno aderito tra gli altri ODStore, Chiancheria Market, Alimentari Ruggeri Dal 1935, a Milano To.Market, Mamma Natura Bistrò, La Spesa Facile e Veloce.

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