mercoledì 19 giugno 2019
Nelle 230 strutture si contano 20mila posti di lavoro stabili e 60mila tra stagionali e indotto
Opportunità dai parchi divertimento
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I parchi divertimento italiani rappresentano un'industria importante e in crescita con 230 strutture presenti sul territori tra parchi tematici, acquatici e faunistici e un giro d'affari nel 2017 di 376 milioni di euro (+ 4,4%) con un indotto stimato di 800 milioni, a fronte di 18,4 milioni di ingressi venduti che sono aumentati del 10%. Un'industria che anche in termini di occupazione muove numeri importanti con 20mila posti di lavoro stabili e 60mila tra stagionali e indotto. A fare il punto sul settore, nell'imminenza della stagione turistica estiva, è stata oggi l'Anesv (Associazione di parchi permanenti italiani) che associa 60 parchi.


Una «superpotenza mondiale del
turismo» deve sapere diversificare la propria offerta e quindi si basa sulle città d'arte, sul maggior numero di siti Unesco al mondo, su 8mila chilometri di coste, su un agroalimentare senza pari, ma anche sui parchi divertimento, ottimo modo anche per destagionalizzare. Lo dice il ministro delle Politiche agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio alla presentazione del libro L'industria dei parchi divertimento: un patrimonio di valore per il territorio, che si è svolta nella sala Cavour del Mipaaft.

«Il visitatore dei parchi - spiega il ministro - non è un turista mordi e fuggi, ma che rimane più di un giorno, alto spendente, che viaggia in famiglia o in gruppi di giovani, determinante per la valorizzazione e la promozione del territorio. Se pensiamo alla Francia, che raccoglie il maggior numero di turisti al mondo, è sia per Parigi e il Louvre sia per Disneyland Paris. Così come accade alla Danimarca con il parco dei Lego e alla California con i vari parchi tematici. Sono contento che i parchi vogliano far rete e lavorare tutti assieme per creare una filiera a 360 gradi sul territorio».

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