lunedì 23 settembre 2019
Il governo di Londra avvia quella che viene definita “la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace”. Pronti 45 charter per riportare a casa 14mila inglesi
I desk per il ceck-in della Thomas Cook deserti all'aeroporto di Gatwick (Ansa)

I desk per il ceck-in della Thomas Cook deserti all'aeroporto di Gatwick (Ansa)

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La più antica società di viaggi al mondo, Thomas Cook è entrata in liquidazione, creando disagi a 600mila turisti che al momento si trovano in viaggio in tutto il mondo, e costringendo il governo di Londra a quella che viene definita "la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace”.

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha promesso di riportare a casa i cittadini britannici in viaggio e ha rivelato che il governo aveva respinto una richiesta di salvataggio della società per circa 150 milioni di sterline perché considerata troppo rischiosa. La società sembrava aver raggiunto un accordo in agosto su una ricapitalizzazione da 900 milioni di sterline con il principale azionista, il conglomerato cinese Fosun e le banche creditrici. Ma al momento della finalizzazione le banche hanno presentato un'ulteriore richiesta di fondi garantiti per 200 milioni di sterline. "È una situazione molto difficile e ovviamente i nostri pensieri vanno ai clienti di Thomas Cook, a tutti quei viaggiatori che ora potrebbero avere difficoltà a tornare a casa; faremo del nostro meglio per rimpatriarli", ha detto Johnson mentre si trovava in viaggio verso New York dove parteciperà all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

La bancarotta di Cook segna la fine di una delle più antiche società britanniche, nata nel 1841 per organizzare spostamenti ferroviari locali. Sopravvissuta a due guerre mondiali, Thomas Cook é stato un pioniere dei pacchetti vacanze e del turismo di massa. L'azienda gestiva hotel, resort e compagnie aeree per 19 milioni di persone all'anno in 16 paesi. In questo momento conta 600mila clienti all'estero così che governi e compagnie assicurative sono costretti a coordinare un'enorme operazione di rimpatrio. Le foto pubblicate sui social media mostrano gli aerei di Thomas Cook mentre vengono dirottati dai normali stand aeroportuali. Alcuni sono stati abbandonati una volta svuotati da passeggeri ed equipaggi. Dei dipendenti hanno pubblicato foto mentre si allontanano a piedi dai loro ultimi voli. Il fallimento mette a rischio 22mila posti di lavoro a livello globale, di cui 9mila in Gran Bretagna.

Il governo e l'autorità di regolamentazione dell'aviazione civile hanno avvertito che disagi saranno inevitabili a causa della portata della situazione. Tutti i voli della compagnia sono stati cancellati. Ai clienti è stato detto di non recarsi negli aeroporti fino a quando non sarà stato loro comunicato tramite un sito web creato appositamente - thomascook.caa.co.uk - di aver ottenuto un posto su un volo organizzato dal governo. In totale vi sono quasi 600 mila clienti del tour operator attualmente in vacanza, 150 mila dei quali britannici inclusi 16mila il cui rientro nel Regno era previsto per oggi. Il governo ha avviato un piano di rimpatri. Il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha annnciato che sono pronti 45 aerei charter per sostituire la flotta Thomas Cook e la Caa prevede per stasera il rimpatrio di almeno 14mila persone.

Il regolatore britannico sta anche contattando gli hotel che ospitano i clienti di Thomas Cook per dire loro che saranno pagati dal governo, attraverso un regime assicurativo.

Ripercussioni anche nel resto d'Europa per l'effetto a catena sulle controllate. Condor, la controllata tedesca, ha reso noto che per motivi legali non può più far partire i vacanzieri verso le destinazioni prenotate. Solo tra oggi e domani dovevano partire 21 mila persone. I voli di ritorno comunque non sono interessati dal blocco. Sono circa 140 mila le persone in viaggio al momento con Condor. In Olanda si stanno studiando opzioni per attenuare l'impatto del fallimento per clienti e impiegati mentre in Belgio il ramo d'azienda al momento prosegue le sue attività ma non accetta nuove pronotazioni.

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