giovedì 17 gennaio 2019
In audizione davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato il ministro dell'Economia conferma che la strategia del governo per la banca ligure non è diversa da quella per Mps
Giovanni Tria, ministro dell'Economia (foto Ansa)

Giovanni Tria, ministro dell'Economia (foto Ansa)

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Davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato, Giovanni Tria ha confermato che l’obiettivo del governo per Carige non è la creazione di una banca di Stato, progetto che invece sembrava il preferibile a leggere le dichiarazioni dei leader politici dell’esecutivo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

«Il governo auspica una soluzione privata della crisi che consenta il superamento in via definitiva delle attuali criticità» ha spiegato in Aula il ministro del Tesoro. Se nessuno si farà avanti per aggregare la banca e ricapitalizzarla, allora si procederà con la ricapitalizzazione precauzionale, che sarà comunque «temporanea», come quella del Monte dei Paschi, e quindi «l’accostamento alla nazionalizzazione sarebbe improprio».

Tria ha anche confermato che la banca ha già richiesto la possibilità di ottenere la garanzia di Stato sulle nuove obbligazioni. La richiesta, ha spiegato il ministro, «a seguito di valutazioni informali a livello di uffici tecnici e della valutazione positiva comunicata dalla Bce» sulla solvibilità dell'istituto, «è stata notificata» alla Commissione europea e «siamo fiduciosi ricevere presto la relativa decisione».

Per la banca genovese il prossimo passo fondamentale è la presentazione del piano industriale, promesso entro febbraio dai commissari Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener.



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