mercoledì 30 giugno 2010
Al termine del Consiglio dei ministri il titolare dell'Economia dà il via libera alla riforma fiscale che «è in grado di unire». Tra luglio e settembre ci satanno i dati sui risparmi generati dal provvedimento. E ribadisce: «La prima casa non verrà tassata».
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«Il costo c'è se non si fa il federalismo, se si lascia fuori controllo la finanza pubblica». Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la relazione sui costi del federalismo. «Se volete dividere - ha aggiunto Tremonti - non fate il federalismo fiscale, se volete evitare che si divida facciamo il federalismo fiscale». «Abbiamo avviato la simulazione su Provincie e Comuni, sulle Regioni non siamo pronti a dire cosa dare di fiscalità propria, lo sapremo a luglio - ha aggiunto Tremonti -. Tra luglio e settembre avremo inumeri di quelli che non saranno tagli ma risparmi», derivanti dal federalismo fiscale. Al momento, aggiunge Tremonti, «non siamo ancora in grado di dare il numero del risparmio». Dopo il risultato dei costi standard «daremo il numero».Inoltre, il titolare del dicastero dell'Economia, ha ribadito che la prima casa non verrà tassata: il governo infatti intende dare in mano ai comuni le imposte sugli immobili ma l'intenzione è quella di far confluire in un'unica imposta le diverse tasse immobiliari che ci sono oggi. Tremonti ha poi puntualizzato che su questo saranno i comuni a decidere.«Il federalismo fiscale è in grado di unire», ha poi ribadito il ministro per la Semplificazione nomativa Roberto Calderoli, affermando che si tratta dell'unico strumento per uscire da questa crisi. Nel corso della riunione, ha spiegato, «c'è stato un applauso corale al ministro Bossi e al ministro Tremonti, cosa che non accade quando porta provvedimenti di altra natura».
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