martedì 2 dicembre 2008
Per l'Italia il disavanzo del 2008 sarà in linea con le previsioni, inferiore al tetto del 3%. «Nostro decreto appropriato, in sintonia con Ue» 
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L'Italia dovrebbe archiviare il 2008 con un disavanzo pubblico in sintonia con le stime governative, inferiore quindi al tetto Ue di 3% rispetto al prodotto interno lordo. Lo dice il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa al termine del consiglio mensile Ecofin, spiegando che i dati saranno disponibili a febbraio, ma per il deficit di quest'anno il governo ipotizza «un risultato in linea con le previsioni». Contenute nella nota di aggiornamento del Dpef, le ultime proiezioni dell'esecutivo parlano di deficit 2008 pari a 2,5% del Pil.Quanto al decreto legge varato venerdì scorso per aiutare famiglie e imprese ad affrontare la crisi, Tremonti dice che il governo ha fatto il massimo sforzo, anche se non è corretto considerare come importo totale dell'intervento i 6,3 miliardi stimati necessari per la copertura. «Se la Germania - con poco debito e zero deficit fa quello che fa ma non di più, noi - con il nostro deficit e debito - abbiamo fatto il massimo possibile». «Noi pensiamo che il nostro decreto sia considerato appropriato come tecnica e dimensione... pensiamo che anche qui [in Europa] la pensino così», aggiunge.A chi gli chiede se è da considerare l'ammontare delle misure in 6,3 miliardi, il ministro risponde «stiamo facendo ancora i conti... ci sono margini di flessibilità». «Il campo dell'intervento è davvero di 80 mld», aggiunge poi il ministro, spiegando che il governo intende movimentare a sostegno della crescita anche risorse attorno a 60 miliardi di euro derivanti da fondi di coesione Ue e dal Fondo aree sottoutilizzate (Fas). Il ministro ricorda poi che misure espansive dell'importo di 7-10 miliardi di euro non sono naturalmente in grado di invertire la tendenza della crisi globale.I ministri delle Finanze dell'Unione europea hanno discusso ieri sera e oggi come coordinare i piani di stimolo nazionali nella cornice del piano Barroso, che sollecita i paesi europei a mettere a sostegno della crescita in media l'1,2% del proprio Pil. Secondo Tremonti il piano Barroso è tempestivo e si muove su linee di intervento corrette. Da ultimo il ministro dice che «la lezione che viene dalla crisi è che debito privato va consolidato con il debito pubblico per valutare il merito di credito di un paese».«Se sommiamo il debito privato e il debito pubblico, l'Italia è messa molto meglio di altri paesi... oggettivamente è la lezione che viene da crisi» finanziaria, dice Tremonti.
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