lunedì 6 settembre 2010
Il ministro interviene a Cernobio: «Il dicastero dello Sviluppo economico è necessarioma la politica industriale la fa tutta il governo. Ora le riforme». Poi la risposta al governatore Draghi: «Dire che bisogna fare come la Germania mi sembra roba da bambini». Poi rettfica:«Nessun attacco e nessuna allusione. Semplicemente un richiamo alla realtà e al buon senso».
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L'Italia non è in emergenza e non ha bisogno di guardare all'esempio tedesco per rinnovarsi e sciogliere i nodi che ne frenano lo sviluppo. Lo ha sostenuto il ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti chiudendo ieri nel suo intervento a una platea di imprenditori, economisti e politici riuniti a Cernobbio per il workshop Ambrosetti.Separatamente, in una video-intervista con il Financial Times registrata sabato, prima del discorso del presidente della Camera Gianfranco Fini sulle sorti della coalizione di governo, e resa disponibile sul sito del quotidiano ieri pomeriggio, il ministro dell'Economia ha detto che "anche se ci fossero elezioni, questa maggioranza vincerebbe la politica economica di questo governo".Parlando alla platea di Cernobbio ieri, Tremonti ha difeso l'operato del governo guidato da Silvio Berlusconi dalle sollecitazioni giunte negli ultimi giorni da Confindustria, dal presidente della Repubblica, come da diversi economisti.Il ministro ha sottolineato che la nomina o meno di un responsabile del dicastero dello Sviluppo economico è solo uno dei tasselli della politica di sviluppo di un paese, che va elaborata e discussa con la più ampia base possibile di protagonisti della società. Tremonti ha, poi, rimancato l'importanza della riforma del Patto di stabilità, che introdurrà una sessione di bilancio europea, e ha affermato che, nonostante i diversi accenti, tutti i paesi della zona euro sono diventati consapevoli, dopo la crisi, della necessità di una politica di bilancio più responsabile."Per Italia non c'è un'emergenza, ma l'esigenza di cambiare, e di redigere un programma di riforma", ha detto ieri il ministro dopo aver escluso, sabato, la necessità di varare misure di bilancio aggiuntive in autunno. "C'è la necessità di definire quale sia il bene comune per questo paese nei prossimi dieci anni... e io assumo che il governo duri dieci anni".Con tono deciso il responsabile dell'Economia ha rispedito al mittente molti dei suggerimenti giunti da autorità ed economisti in questi giorni per rinvigorire la crescita del paese, dopo aver sottolineato sabato le peculiarità del tessuto economico dell'Italia fatto in maggioranza da imprese di piccole dimensioni."Dire che bisogna fare come la Germania mi sembra roba da bambini", ha detto Tremonti dopo che, nei giorni scorsi l'esempio tedesco su sviluppo, politica di bilancio e relazioni tra capitale e lavoro era stato suggerito dal suo predecessore all'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, e oggi anche dal presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia."Questo è un paese curioso: ad agosto i politici vanno in vacanza in agosto e gli altri si mettono a fare politica", ha detto ironico il ministro. "Conosciamo tutti i problemi di competitivi del paese, abbiamo ben chiaro quello che si deve fare", ha rintuzzato.A questo proposito il ministro ha elencato, tra i nodi da sciogliere, le piccole dimensioni delle imprese italiane - nani che faticano a dialogare con i giganti - l'eccessiva burocrazia, la scarsa crescita - "dobbiamo avere anche noi il nucleare" - i rapporti tra capitale e lavoro da rinnovare."Il ministro dello Sviluppo economico? Certo che è necessario, ma anche se c'è un ministro... il documento di programmazione lo deve discutere tutto il parlamento, il governo", e tutti i protagonisti della vita del paese, ha detto Tremonti.Nella video-intervista al Financial Times registrata sabato il ministro, parlando delle sorti del governo Berlusconi, ha detto: "Noi abbiamo un enorme sostegno popolare nel Paese e quindi la politica di consolidamento fiscale proseguirà perchè lo vogliono i cittadini e noi rappresentiamo la maggioranza".
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