giovedì 15 gennaio 2009
Previsioni pessimistiche della Banca d'Italia per l'anno in corso, il Paese si riprenderà solo nel 2010. Ma il ministro dell'Economia glissa: «È la stessa situazione del 2006, non torniamo al Medioevo».
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Il Pil italiano crollerà del 2% nel 2009 prima di risalire di appena lo 0,5% nel 2010. La previsione è della Banca d'Italia che segnala anche come «la dinamica del prodotto potrebbe essere ancora più negativa se prendessero corpo i rischi di un ulteriore indebolimento dell'economia mondiale». Dal Bollettino economico di via Nazionale emerge un quadro a tinte fosche: la recessione è destinata ad approfondirsi e prolungarsi. Il consuntivo 2008 è pesante: il prodotto sarebbe sceso dello 0,6% con un -1% nel quarto trimestre.I particolari della previsione. A dare il senso della gravità della crisi è il tonfo della produzione industriale. Nel quarto trimestre dell'anno scorso l'indice sarebbe caduto di circa il 6%. Nella media del 2008 il calo sarebbe stato intorno al 4%. «Si tratterebbe - rilevano i tecnici di Palazzo Koch - di uno dei peggiori risultati dal secondo dopoguerra; l'intensità del calo è sin qui simile a quella registrata nella crisi 1974-75 in cui, dopo un anno e mezzo, la contrazione dell'attività superò cumulativamente il 20%». E per il futuro poco spazio all'ottimismo: «I sondaggi congiunturali non lasciano intravedere una ripresa dell'attività manifatturiera a breve termine».In grave difficoltà anche l'export. Le vendite italiane all'estero si contrarranno di oltre il 5% nel 2009, per aumentare poi del 4% nel 2010, sulla scia della possibile ripresa degli scambi internazionali e di un lieve guadagno di competitività. La contrazione della domanda interna è destinata a intensificarsi quest'anno, riflettendo in particolare una caduta di oltre il 7% dell'accumulazione di capitale. I consumi, che rimarranno stagnanti, risentiranno meno delle condizioni cicliche avverse, grazie all'impatto favorevole della riduzione dell'inflazione sulla capacità di spesa delle famiglie. Inoltre, potrebbero beneficiare delle misure recentemente approvate dal Governo a favore delle famiglie meno abbienti. L'aumento della spesa in servizi e beni non durevoli compenserebbe il calo di circa il 4% degli acquisti di beni durevoli. Nel 2010, poi, con il miglioramento delle condizioni cicliche, i consumi tornerebbero a crescere a un ritmo appena inferiore a quello previsto per il Pil. Tremonti: «Torniamo al 2006, non è il Medioevo». «La verità storica è data, le previsioni sono esercizi congetturali, realistici ma si tratta sempre di previsioni». Lo ha dichiarato in conferenza stampa il ministro dell'Economia Giulio Tremonti precisando che «siamo a gennaio, e vedere cosa succederà a dicembre è una previsione». Il ministro ha poi aggiunto che «c'è convergenza tra i dati Bankitalia, Ocse, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea». «Torniamo al 2006 - ha poi concluso Tremonti -, non mi sembra il Medioevo».
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