sabato 3 novembre 2012
​​Brutte notizie per i lavoratori dipendenti italiani. Un operaio specializzato, con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, subirà una decurtazione di 21 euro.
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​Brutte notizie per i lavoratori dipendenti italiani: rispetto al 2011, la tredicesima di quest'anno sarà più leggera. I calcoli, realizzati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, ci dicono che un operaio specializzato, con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, si troverà con una tredicesima decurtata di 21 euro. Un impiegato, con un imponibile Irpef annuo leggermente superiore ai 25.100 euro, perderà 24 euro. Un capo ufficio, invece, con un reddito lordo annuo di quasi 49.500 euro, percepirà una tredicesima più leggera di 46 euro. È quanto si legge in una nota."Quali sono le ragioni di questa decurtazione? Purtroppo - sottolinea il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi - quest'anno l'inflazione è cresciuta più del doppio rispetto agli aumenti retributivi medi maturati con i rinnovi contrattuali. Se nei primi nove mesi di quest'anno il costo della vita è cresciuto del 3,1%, l'indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito solo dell' 1,4%. Pertanto, nei primi nove mesi di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011,  il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti è diminuito".Dall'Ufficio studi della Cgia fanno notare che  le retribuzioni del 2012 sono state "ritoccate" all'insù, grazie all'applicazione dell'indice di rivalutazione contrattuale Istat che è aumentato del + 1,4%. Dopodichè, il valore delle tredicesime riferite al 2012  è stato deflazionato, utilizzando l'indice generale dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati cresciuto, secondo l'Istat, del + 3,1%. Non essendo ancora disponibilela variazione annua riferita a tutto il 2012, i due indici sopra descritti sono stati calcolati sulla base del confronto ottenuto tra i primi nove mesi del 2012 e lo stesso periodo del 2011."Sarebbe un bel regalo di Natale  - prosegue Giuseppe Bortolussi - se il governo detassasse una quota parte della tredicesima. È vero che le risorse sono poche, ma un taglio del 30% dell'Irpef potrebbe costare alle casse dello Stato tra i due e i 2,5 miliardi di euro. Un mancato gettito che, probabilmente, potrebbe essere coperto attraverso un'attenta razionalizzazione della spesa pubblica. Per contenere ancor più la spesa, si potrebbe concentrare la detassazione solo sui redditi più bassi".Secondo le stime effettuate dalla Cgiadi Mestre, un eventuale taglio del 30% dell'Irpef che grava sulle tredicesime lascerebbe nelle tasche di un operaio 115 euro in più, 130 euro in quelle di un impiegato e oltre 315 euro in quelle di un capo ufficio."Visto l'avvicinarsi del Natale - conclude Bortolussi - mai come in questo momento abbiamo la necessità di lasciare qualche soldo in più nei portafogli delle famiglie italiane. Ricordo che a dicembre bisognerà pagare il saldo dell'Imu e una serie di bollette molto pesanti. Pertanto, se non ci sarà qualche provvedimento a sostegno delle famiglie, prevedo che i consumi natalizi saranno molto modesti, con effetti economici molto negativi per i bilanci degli artigiani e dei commercianti".
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