sabato 7 maggio 2016
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Il primo istituto di credito per attivi della zona euro (nonché una delle più importanti banche d’affari a livello mondiale) finisce nel mirino della più piccola procura pugliese. Deutsche Bank è indagata dai pm di Trani per presunta manipolazione di mercato in relazione alla vendita, nel primo semestre 2011, di titoli di Stato italiani per circa 7 miliardi di euro. Sono cinque gli indagati tra gli ex top manager della banca tedesca, che è essa stessa sotto accusa come società per responsabilità amministrativa. I vertici coinvolti sono l’ex presidente Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest’ultimo è attualmente co-Ad uscente), l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board. L’accusa di manipolazione è legata al fatto che, secondo gli inquirenti, Deutsche Bank disse pubblicamente agli inizi del 2011 che l’investimento in titoli del debito sovrano italiano era relativamente sicuro, mentre poco dopo la banca mise in vendita quasi tutto il suo portafoglio di titoli di Stato italiani per un totale di 7 miliardi di euro su 8 miliardi complessivi. L’istituto di Francoforte prima spiega in una nota che «sta collaborando con le autorità in questa inchiesta». Poi, con un secondo comunicato diffuso nel pomeriggio, si difende: «Riteniamo l’indagine priva di fondamento e siamo fiduciosi di avere agito correttamente. L’Italia è un’economia di primo piano in Europa e un mercato molto importante per noi». Infine ribadisce: «Continueremo certamente a collaborare con le autorità in ogni fase di questa vicenda». Deutsche Bank infatti ricorda che nel 2011 aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi. Secondo quanto riferito al Parlamento dal ministero dell’Economia in un documento del 2 agosto 2011, nell’estate di quello stesso anno la banca spiegò a Consob di avere ceduto i Btp per riequilibrare l’esposizione al debito italiano ai valori storici, dopo che con l’acquisizione di Postbank, avvenuta a fine 2010, si era registrato un picco. Nella primavera 2011 scoppiò la crisi del debito della Grecia che provocò forti vendite di titoli di tutti i paesi periferici. Lo spread di rendimento Btp/Bund decennale, ancora a 150 punti base ad aprile 2011, cominciò a salire fino a toccare la soglia incubo dei 400 punti il 5 agosto prima degli acquisti della Bce di titoli di Stato italiani. Nei giorni scorsi i militari della Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm di Trani Michele Ruggiero, avrebbero compiuto sequestri di atti nella sede milanese dell’istituto tedesco. Il pm Ruggiero ritiene di essere competente ad indagare in base all’articolo 10 del Codice di procedura penale. Secondo tale norma, in caso di reato commesso interamente all’estero da soggetti stranieri residenti Oltreconfine, la competenza è del pubblico ministero che per primo ha iscritto la notizia di reato. L’intenzione degli inquirenti è quella di chiamare a testimoniare sia l’ex premier italiano ed ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, sia l’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Intanto Adusbef e Federconsumatori annunciano che si costituiranno parte civile nell’eventuale processo per manipolazione del mercato a carico dell’ex management e della stessa banca tedesca. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SEDE. Il Tribunale di Trani, in una foto di archivio. (Ansa)
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