martedì 4 febbraio 2014
Sono sette milioni le persone che vivono una situazione di disagio legata al lavoro. Mentre sono 150mila i posti disponibili e non coperti come infermieri, panettieri, falegnami, baristi, camerieri, informatici, operai specializzati.
Tra scoraggiati e lavori dimenticati
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Il mercato del lavoro in Italia è ricco di contraddizioni. L'indagine conoscitiva presentata alla Camera ha fotografato una situazione con caratteristiche peculiari. Prima di tutto, nel confronto con gli altri Paesi europei emerge il rischio molto più alto di rimanere disoccupati per i nostri giovani rispetto alle altre classi di età: sino a quattro volte. Inoltre gli scoraggiati  - caso unico in Europa - risultano più numerosi (2,9 milioni) di chi è senza occupazione (2,7 milioni). Nel complesso risultano circa sette milioni coloro che vivono una situazione di disagio lavorativo (compresi i part time involontari e i cassaintegrati).Mentre sono 150mila i posti disponibili e non coperti come infermieri, panettieri, falegnami, baristi, camerieri, informatici, operai specializzati.I giovani italiani, comunque, devono essere messi in condizione di competere. Lo ha sottolineato anche la presidente della Camera, Laura Boldrini: "I giovani che incontro nei fine settimana chiedono soprattutto di essere valorizzati. I nostri figli devono acquisire esperienze e competenze che consentano loro di affrontare il viaggio - in un mondo che oggi offre meno garanzie, è vero, ma non per questo è privo di opportunità - e di poter essere competitivi sul mercato del lavoro globale"."Smettiamola di pensare che con nuove regole creiamo occupazione - ha spiegato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano - mettendo in continua incertezza imprese e lavoratori". Per Damiano occorre invece rilanciare i consumi: "Se non riprendiamo a investire nella creazione di domanda questo Paese non si riprende, ci vogliono nuovi stimoli"."L'indagine - conclude il ministro del Lavoro Enrico Giovannini - ci offre anche delle soluzioni. In questi nove mesi molto è stato fatto. Intanto l'Italia ha portato all'attenzione dell'Unione europea questi temi, coinvolgendo anche altri Paesi e consentendo l'intervento d'urgenza con il programma Garanzia giovani. Con i decreti 76 e 104 e la legge di Stabilità sono stati approvati strumenti legislativi in grado di semplificare il mercato, consentire l'alternanza scuola-lavoro, introdurre la fase di orientamento al lavoro già nelle scuole medie, migliorare l'apprendistato. Sono stati stanziati cinque miliardi da destinare alle politiche attive e passive del lavoro, oltre che sui servizi dedicati all'occupazione".
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