mercoledì 30 agosto 2017
Ottanta candidature per un mestiere antico che rischia di scomparire
Tornano i lustrascarpe, c'è anche un corso di specializzazione
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Ottanta candidature all’annuncio; altre ottanta a scadenza bando; decine di colloqui; tredici candidati selezionati (tre in più del numero inizialmente stabilito) per partecipare al corso di specializzazione. Questi i numeri che – grazie ad un’idea di Nunzio Reina, presidente della Confartigianato Palermo – hanno portato alla costituzione della cooperativa 'ShoeShine 2.0' e stanno facendo rivivere un mestiere antico ed a rischio scomparsa: il lustrascarpe. Dall’idea all’attivazione tutto è stato realizzato in tempi rapidissimi: candidature entro metà gennaio; dieci giorni per i colloqui, due mesi di lezioni che hanno riguardato conoscenze dei materiali, tecniche di lucidatura, metodi di spazzolamento e tutto ciò che concerne il settore, seguiti passo dopo passo da un esperto del settore, Piero Caccamo, storico calzolaio di via Marchese di Villabianca.

Nove lustrascarpe formati hanno dato vita alla cooperativa: arrivano da vari settori lavorativi e hanno deciso di mettersi in gioco perché affascinati da un mestiere scomparso, ma rimasto nella memoria collettiva: Età media 40 anni; il più giovane ha 25 anni, il più anziano 61. Conosciamoli: Sebastiano Alicata, 45 anni, impiegato per 23 anni, aveva perso il lavoro; Giorgio Chifari, 23 anni, è il più giovane e frequenta la facoltà di Scienze della Comunicazione; Vincenzo Croce, 29 anni, diplomato odontotecnico, settore in cui ha difficoltà a trovare lavoro; Renzo Del Maschio, 42 anni, italo-brasiliano, sposato, papà, cercava un lavoro da tempo; Giuseppe Erpete, 29 anni, da Foligno, ama questo mestiere; Patrizia La Rosa, 58 anni, mamma, segreteria amministrativa per molti anni; Enza Lo Giudice, 48 anni, 'figlia d’arte': suo padre era infatti un calzolaio e lustrascarpe; Vittorio Novelli, 61 anni, ex agente pubblicitario; Giovanni Stassi, 36 anni, commesso per diciotto anni in un noto negozio di calzature e ora disoccupato.

Tutti credono nel valore degli antichi mestieri artigianali e nella nobiltà del lavoro di lustrascarpe. Grazie ad un accordo con il Comune sarà possibile usufruire dei loro servizi nelle postazioni autorizzate e loro assegnate sulle principali vie di Palermo; sono state tutte realizzate artigianalmente e al loro interno trovano posto gli scomparti che custodiscono il kit di lavoro e tutto il necessario per effettuare riparazioni di calzature, borse, oggetti di cuoio. Potranno essere contattati tramite i social network più diffusi: Facebook, Twitter, Instagram ed un sito Internet ed i clienti potranno chiedere la consegna a domicilio e rintracciare il lustrascarpe più vicino tramite un’app di prossima attivazione. «Il progetto dei lustrascarpe ha permesso il ritorno in città di figure a cui i palermitani sono da sempre affezionati. Un antico mestiere che rinasce e che sta rendendo i nostri selezionati imprenditori di se stessi», ha commentato Nunzio Reina.

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