mercoledì 26 giugno 2019
OGR Tech è stato progettato e realizzato dalla Fondazione CRT che vi ha investito 50 milioni di uero
Torino crea la sua base per le startup
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Torino prova a ripartire dall’alta tecnologia. Dopo il pasticciaccio delle Olimpiadi, la città guarda già oltre (o almeno prova a farlo), cercando di mettere insieme sapienza produttiva industriale e una serie di opportunità che arrivano dalle nuove tecnologie. Gli elementi vincenti ci sono: un sistema industriale fatto di piccole e medie imprese d’eccellenza, la grande industria a far da traino, un’Università e un Politecnico di altissimo livello, numerose aree dismesse pronte a diventare contenitori di tecnologia, due fondazioni bancarie, fondi privati e pubblici che potrebbero non mancare. L’ultimo esempio di questa strategia è stato presentato ieri e si chiama OGR Tech progettato e realizzato dalla Fondazione CRT che vi ha investito 50 milioni di euro. Si tratta di un boulevard di 200 metri realizzato dove prima c’erano le officine di riparazione dei treni e adesso illuminato da grandi vetrate del tetto a 16 metri di altezza e trasformato in quella che è stata presentata come «vera e propria agorà per l’incontro tra persone e lo scambio delle idee».

Circa 12mila metri quadrati nel quale troveranno spazio due modi di fare innovazione. Da un lato, quattro differenti attori: startup (cioè aziende neonate ad alta tecnologia), scaleup (cioè startup che stanno già crescendo notevolmente), ma anche acceleratori d’impresa di rilevanza globale come Techstars (che arriva dal Colorado), che dovrà creare 'ponti' con i principali nodi tecnologici europei e statunitensi e, infine, grandi aziende nazionali e internazionali impegnate in attività di ricerca e sviluppo. Ma non mancheranno anche centri di ricerca applicata direttamente dal Politecnico di Torino e da Isi Foundation, che avvierà alle OGR il primo centro sui Big Data per il non profit. Dall’altro lato OGR Tech prevede 'ambienti di cristallo' per sale riunioni e uffici open space su due piani, modulari e flessibili, con 500 postazioni di lavoro ultramoderne. Tutto per una missione dichiarata dalla Fondazione stessa: «Posizionare Torino sulla mappa dell’innovazione globale». Obiettivo ambizioso, per il quale sono state siglate alleanze strategiche con Endeavor (uno dei principali attori globali per il non profit) e con Intesa-Gruppo IBM (che a Torino completerà il suo campus dell’innovazione italiano sull’asse con Milano). Sempre in questi giorni, poi, in più luoghi della città ha preso il via l’Italian Tech Week: sette giorni che vogliono essere «un’esposizione di tecnologie per il business e per la scuola, esperienze di imprese sociali, workshop sulle professioni digitali ed eventi con i protagonisti della scena mondiale tech».

Mentre il Politecnico ha lanciato il suo Competence Center che vuole 'cementare' i rapporti fra ricerca e imprese. Torino, insomma, ci prova davvero a scuotersi. Anche se deve ancora scegliere come usare i 150 milioni circa che arriveranno sulla base della individuazione dell’area di crisi industriale complessa (che comprende la città e una serie di comuni del Piemonte). Una scelta che divide le imprese fra di loro. E tutto mentre rimane ancora in sospeso l’altra grande scommessa del territorio: la Tav Torino-Lione sulla quale proprio ieri l’Ue ha puntato più soldi di prima chiedendo però conto all’Italia delle sue intenzioni.

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