venerdì 19 aprile 2013
​L'Italia dice no a qualsiasi ipotesi di applicazione della tassa sulle transazioni finanziarie anche ai titoli di Stato e su questo è pronta a dare battaglia. Questa l'indicazione giunta oggi dal rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue, ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci.
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L'Italia dice no a qualsiasi ipotesi di applicazione della tassa sulle transazioni finanziarie anche ai titoli di Stato e su questo è pronta a dare battaglia. Questa l'indicazione giunta oggi dal rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue, ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci. "Le transazioni sui titoli di Stato devono essere escluse dalla base imponibile" su cui applicare la cosiddetta Tobin tax. Per l'Italia, ha aggiunto si tratta di una "linea rossa" di una questione "non negoziabile".A chiedere che la Tobin tax sia applicata anche sulle transazioni relative ai titoli di Stato, secondo quanto si è appreso, è in primo luogo la Germania. Con Berlino sarebbero schierati altri Paesi del Nord Europa. Sul fronte opposto, la posizione italiana sarebbe condivisa dalla Spagna e altri Paesi.A decidere di andare avanti sulla strada della tassazione sulle transazioni finanziarie è stato un gruppo ristretto formato da 11 Paesi e ora, l'insorgere di questo confronto-scontro, rischia di complicare ulteriormente le cose. Al negoziato in corso per definire i meccanismi del provvedimento partecipano infatti anche i Paesi, come la Gran Bretagna, che hanno deciso di non aderire al progetto di Tobin tax e che guardano con preoccupazione al fatto che possa essere aggirato in qualche modo, e per la prima volta, il principio dell'unanimità in base al quale sono state finora adottate tutte le norme europee in materia fiscale.
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