giovedì 12 dicembre 2013
La Giunta regionale ha approvato un accordo di collaborazione con tutte le Università toscane. Il finanziamento complessivo per l'anno accademico 2013-14 è di tre milioni e 650mila euro.
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La Giunta regionale della Toscana ha approvato un accordo di collaborazione con tutte le Università toscane. Servirà a dare il via al finanziamento dei tirocini che vengono svolti dagli studenti durante il loro percorso universitario sia di laurea triennale che di laurea magistrale. Il finanziamento complessivo per l'anno accademico 2013-14 è di tre milioni e 650 mila euro. Per poter accedere a questo finanziamento i tirocini devono valere almeno 12 Cfu, ovvero durare almeno 300 ore, e i tirocinanti devono avere un'età compresa tra i 18 e i 32 anni. A questi tirocinanti dovrà essere corrisposto un contributo di almeno 500 euro mensili per la durata del tirocinio, 300 dei quali saranno finanziati dalla Regione e gli altri a carico del soggetto (ente o azienda) proponente. Per i soggetti disabili non è previsto alcun limite di età e il contributo regionale sarà pari a 500 euro.Entro l'anno verrà firmato l'accordo con le Università e gli Istituti di alta formazione, mentre l'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario emetterà entro la fine dell'anno il bando rivolto agli imprenditori e alle Asl. Si tratta di una delle azioni che attuano quanto previsto dal Progetto Giovanisì, su cui la Regione continua a investire molto. In questo modo, si prevede di riuscire a finanziare tutti i tirocini curriculari che rispondano ai requisiti richiesti, sia all'interno dei corsi di laurea in ambito sanitario che in tutti gli altri corsi di laurea. I tirocinanti potranno svolgere i tirocini durante l'ultimo anno della laurea triennale, durante il primo o il secondo anno della laurea magistrale, oppure durante gli ultimi tre anni delle lauree a ciclo unico."Riconoscere un contributo spese ai tirocinanti - spiega Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega all'Università e alla Ricerca - è un modo per dare valore a questi percorsi di 'alternanza Università-lavoro' e responsabilizzare maggiormente le Università e gli stessi studenti rispetto alla costruzione di esperienze che siano davvero significative per la loro formazione e per il successivo inserimento nel mondo del lavoro".
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