martedì 12 giugno 2018
Raggiunta l'intesa nella notte al ministero del Lavoro alla presenza del vicepremier Di Maio. Dovrà essere ratificata dai dipendenti con un referendum
Il presidente di Tim Roberto Capone, l'ad Amos Genish, il vicepresidente Franco Bernabe' e il notaio Carlo Marchetti durante l'assemblea degli azionisti Tim (Ansa)

Il presidente di Tim Roberto Capone, l'ad Amos Genish, il vicepresidente Franco Bernabe' e il notaio Carlo Marchetti durante l'assemblea degli azionisti Tim (Ansa)

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Accordo raggiunto tra Tim e sindacati per il contenimento del costo del lavoro. Nella notte è arrivata l'intesa sulla cifra di 4.500 esuberi strutturali che saranno assorbiti dall'utilizzo di strumenti volontari di uscita, come prepensionamenti, mentre la cassa integrazione per 29.736 lavoratori sarà tramutata in "solidarietà difensiva", in pratica due giornate al mese per dodici mesi. "Riteniamo importante che siano state accolte le richieste delle sigle sindacali e che l'azienda si sia resa disponibile ad accettare un compromesso", commenta il ministro allo Sviluppo economico e al Lavoro, Luigi Di Maio, che si è seduto ieri in serata al tavolo e ha annunciato stamane la stretta di mano tra le parti. Ora l'accordo dovrà essere votato dalle assemblee dei lavoratori. "È una trattativa che è stata portata avanti dai sindacati, che hanno poi coinvolto il ministero del Lavoro - commenta Di Maio - Ci siamo insediati da una settimana ereditando un problema che era già avviato ad una fase conclusiva. Ci sarà massima attenzione nel seguire le conseguenze di questo accordo, che dovrà essere approvato anche dai lavoratori con un referendum interno, un principio che sta alla base dei valori della forza politica che rappresento".

Nell'ambito dell'accordo, potranno accedere nel 2018 al prepensionamento ex articolo 4 della legge Fornero coloro che entro il 31 dicembre 2018 matureranno nei successivi 4 anni il diritto alla pensione. A conti fatti circa mille lavoratori. Per il biennio 2019-2020, invece, i possibili beneficiari ammontano a 4 mila massimi. Potenzialmente, quindi, le uscite potrebbero essere 5 mila. Per chi aderirà nel prossimo biennio sono previsti due possibili scivoli, con un sostegno fino a 6 anni. I sindacati inoltre hanno strappato all'azienda la disponibilità ad aprire a settembre un confronto su alcuni temi come livelli di inquadramento, part-time, dinamiche economiche e smartworking.

I sindacati si erano riuniti con l'azienda dalle 12 di ieri nella sede di via Fornovo del ministero del Lavoro, a Roma. A mezzanotte scadevano i termini della procedura della cassa-integrazione (poi evitata), ma restava da sciogliere il nodo degli esuberi che Uilcom e Fistel non intendevano accettare. A gennaio Tim aveva proposto un piano di uscite volontarie con prepensionamenti pari a 4 mila unità elevabili a 5 mila entro il 31 dicembre 2018, un massimo di 2.500 esodi incentivati entro il 2020 e, infine, 2 mila assunzioni da finanziare con una solidarietà espansiva di 20 minuti al giorno fino alla cgis per quasi 30 mila lavoratori.

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