mercoledì 22 febbraio 2017
Interessate oltre 40mila aziende per circa 420mila addetti. Decorrerà dal 1° aprile 2016 e avrà durata fino al 31 dicembre 2019. Aumento complessivo pari a 90 euro
Tessili, verso il rinnovo del contratto
COMMENTA E CONDIVIDI

Siglata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto tessile, abbigliamento e moda scaduto il 31 marzo 2016. «Ci sono volute 16 ore di sciopero, manifestazioni e presidi in tutta Italia, ma alla fine, dopo una lunga ed estenuante trattativa durata oltre dieci mesi, sindacati e imprese ce l'hanno fatta», commentano Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil sulla prima intesa raggiunta con l'associazione imprenditoriale Sistema Moda Italia (Smi)-Confindustria. L'intesa prevede un aumento complessivo pari a 90 euro (minimi e welfare contrattuale). L'aumento sui minimi salariali è di 70 euro (4° livello), suddiviso in tre tranche: dal 1° aprile 2017, 25 euro; dal 1° luglio 2018, 25 euro; dal 1° luglio 2019, 20 euro.

Il nuovo contratto viene applicato in oltre 40mila aziende per circa 420mila addetti, decorre dal 1° aprile 2016 e avrà durata fino al 31 dicembre 2019 (45 mesi). Non sono previsti incrementi retributivi né costi ulteriori (quindi nessun importo una tantum) per il primo anno di vigenza contrattuale. Pertanto i minimi retributivi vigenti sono confermati fino al 31 marzo 2017. Le parti hanno definito una modalità di rivalutazione dei minimi retributivi contrattuali in base all'andamento effettivo dell'inflazione, misurata secondo l'indice Ipca, comunicato dall'Istat nel mese di maggio di ogni anno. La base retributiva di riferimento per il periodo di vigenza del contratto è stata definita in euro 1.715,00 lordi (al quarto livello).

La firma del contratto è arrivata dopo quasi un anno di difficile trattativa, dovuta, si legge in una nota di Smi, alle grandi distanze tra le posizioni di partenza delle parti, contrassegnata da agitazioni sindacali, da manifestazioni e da due scioperi generali di settore nei mesi di novembre 2016 e gennaio 2017. La conclusione della vertenza contrattuale, con riguardo alla parte economica, prevede una soluzione di mediazione, con la fissazione dei minimi retributivi ex-post in base all'indice di inflazione Ipca e la previsione di anticipi retributivi definiti convenzionalmente ex-ante. Gli aumenti reali dei salari sono quindi demandati al livello aziendale, dove è possibile realizzare lo scambio vero tra maggiore produttività e migliori condizioni retributive. Le parti hanno convenuto un forte investimento nel welfare contrattuale, con un ulteriore potenziamento della contribuzione previdenziale a Previmoda e con la costituzione di un nuovo Fondo bilaterale per l'assistenza sanitaria integrativa in favore di tutti gli addetti del settore.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: