lunedì 7 gennaio 2019
Musk: «Imminente l'avvio dei lavori per uno stabilimento a Shanghai». Per il mondo dell'auto è una rivoluzione per i risvolti economici e politici che comporta
Elon Musk davanti alla concessionaria di auto Tesla aperta a Shanghai

Elon Musk davanti alla concessionaria di auto Tesla aperta a Shanghai

COMMENTA E CONDIVIDI

Per ora c'è solo un annuncio su Twitter e la foto di una bandiera cinese piantata nel fango di uno spiazzo vuoto, ma con un po' di immaginazione si può pensare quello che accadrà su quel terreno nei prossimi mesi. Il fondatore e capo della casa automobilistica statunitense Tesla, Elon Musk, ha infatti annunciato l'imminente avvio dei lavori per la costruzione di una fabbrica di auto elettriche in Cina, nei pressi di Shanghai, che gli darà pieno accesso al mercato più grande del mondo. «Non vediamo l'ora di iniziare oggi il processo di costruzione della Gigafactory Tesla di Shanghai», ha scritto Musk sul suo account Twitter ufficiale. Aggiungendo che l'obiettivo è completare la costruzione quest'estate, per iniziare a produrre la Model 3 alla fine dell'anno e per raggiungere alti volumi l'anno prossimo».

Ora la sfida diventa dunque davvero globale, come le ambizioni di Tesla. La prima linea di produzione del fascinoso marchio americano al di fuori degli Stati Uniti rischia di rappresentare una svolta per tutta l'industria automobilistica (e non solo) per le implicazioni economiche e politiche che una scelta del genere comportano. Costruire uno stabilimento con una capacità produttiva annuale di oltre 500.000 automobili in Cina, significa per Tesla accedere direttamente al dinamico mercato asiatico dell'auto elettrica senza temere ricadute dalle dispute commerciali con gli Usa. Nella escalation sui dazi, infatti, la scorsa estate la Cina aveva preso di mira in particolare le auto e le auto americane. A dicembre, nel contesto della tregua commerciale decisa dai due Paesi, Pechino ha poi annunciato la sospensione delle tariffe doganali aggiuntive su auto e componenti importate dagli Stati Uniti. Il fatto che la Cina richieda a tutte le aziende di creare joint venture con imprese nazionali al momento di stabilire impianti di produzione sul proprio territorio implica inoltre la condivisione di profitti e tecnologia con i partner locali. Ora anche Tesla, marchio che ha sempre orgogliosamente marciato su strade tutte sue e indipendenti dal resto dell'industria dell'automotive, fa questo passo epocale, con conseguenze che potrebbero davvero far uscire il marchio di Elon Musk dalla nicchia di mercato che rappresenta finora.

Il mercato per Tesla fa comunque intravedere un 2019 non facile. Il colosso delle auto elettriche ha consegnato negli ultimi
tre mesi del 2018 circa 90.700 vetture, l'8% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente ma meno delle 92.000
previste.
Anche gli ordini dell'attesissima Model 3, il modello più accessibile come prezzo della gamma Tesla non sarebbero entusiasmanti come ci si aspettava. Tesla ha finora ricevuto 14.000 richieste per il Model 3 in Europa. Secondo quanto riportato dal sito specializzato Electrek, il maggior numero di ordini sarebbe arrivato finora dalla Norvegia, seguita dalla Germania. In Italia gli ordini al 31 dicembre 2018 sarebbero 245, riservati finora riservati solo a coloro che avevano già prenotato la vettura. Tesla però ha ora aperto in Europa, così come in Cina, un laboratorio di design online destinato all'intero pubblico europeo. Il Vecchio Continente è ritenuto un mercato chiave da Elon Musk, che guarda all'Europa per bilanciare i problemi causati dalla guerra commerciale tra Usa e Cina.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: