mercoledì 28 giugno 2017
Codice, impresa sociale e cinque per mille sono stati oggi varati in via definitiva dal Consiglio dei ministri. Interessati più di sei milioni di cittadini e 300mila realtà
Terzo settore, riforma al via
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A circa tre anni dal lancio dell’ex premier Matteo Renzi delle linee guida di Riforma del Terzo settore, i provvedimenti attuativi giungono al traguardo. Codice del Terzo settore, impresa sociale e cinque per mille sono stati oggi varati in via definitiva dal Consiglio dei ministri dopo un confronto costruttivo con le Commissioni delle due Camere che ha consentito di migliorare il testo e rispondere ad alcune esigenze largamente diffuse.

Una riforma importante che riguarda più di 300mila organizzazioni associative, cooperative e di volontariato e che coinvolge più di sei milioni di cittadini che dedicano tempo all’impegno volontario. Una riforma impegnativa per le istituzioni, che mediante norme di sostegno fiscale e di sviluppo di progetti innovativi, vogliono dare impulso alla crescita di un Terzo Settore trasparente, efficace, radicato nelle comunità e capace di affrontare sfide ambiziose.

La nuova normativa mette a disposizione del Terzo settore risorse pari a 190 milioni di euro che saranno investite in nuovi incentivi fiscali, nella nascita di un Fondo progetti innovativi, nello sviluppo del Social bonus, nel lancio dei Titoli di solidarietà, oltreché in un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio civile in modo da accrescere, anche per il 2018, i posti disponibili per i giovani che lo vogliono fare.

Un ruolo essenziale nella nuova regolazione sarà incentrato sul Registro Unico del Terzo Settore: uno strumento che sarà avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che utilizzerà un’unica piattaforma nazionale.

L’obiettivo è il superamento della frammentazione e dell’opacità dei troppi registri oggi esistenti: l’accesso al Fondo progetti, al cinque per mille, agli incentivi fiscali sarà possibile solo attraverso l’iscrizione al Registro.

Con il decreto sull’impresa sociale, l’Italia si dota di una normativa particolarmente innovativa: ampliamento dei campi di attività (commercio equo, alloggio sociale, nuovo credito, agricoltura sociale, ecc.); possibile, seppur parziale, distribuzione degli utili e soprattutto incentivi all’investimento di capitale per le nuove imprese sociali: il 30% dell’investimento potrà essere fiscalmente deducibile o detraibile analogamente a come avviene oggi per le startup innovative tecnologiche. Nel mese di luglio prenderà altresì avvio il Fondo di garanzia e per il credito agevolato dedicato proprio alle imprese sociali. Il Fondo ha una dotazione di 200 milioni.


Il governo con questo provvedimento intende investire sull'innovazione sociale, in modo da rispondere a tanti i nuovi bisogni legati all’invecchiamento della popolazione, all’integrazione dei migranti, allo sviluppo della formazione permanente e all'inclusione dei cittadini più vulnerabili.

Infine il cinque per mille. Il decreto porta a compimento la riforma strutturale iniziata con la legge di bilancio 2015, che ha attribuito risorse in modo stabile per 500 milioni di euro l’anno. Ora si tratta di accelerare i tempi di erogazione, introdurre criteri innovativi nel riparto delle risorse e rendere del tutto trasparente l'utilizzo delle risorse da parte dei beneficiari.

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