venerdì 10 ottobre 2014

La Grifa (che fa capo a un fondo brasiliano e ad ex dirigenti Fiat) rileverà il ramo d'azienda dal gruppo torinese e da gennaio ripartirà la produzione con nuovi modelli di auto elettriche e ibride

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Lavoratori salvi e produzione che riprende. Finisce bene il lungo incubo dei dipendenti dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, chiuso dal novembre del 2011. Il suo futuro adesso si chiama "Grifa" (Gruppo Italiano Fabbrica, costituito da un fondo brasiliano e alcuni ex dirigenti Fiat): entro il 30 dicembre verrà infatti effettuata la cessione del ramo d’azienda, passo decisivo per la nuova realtà industriale che produrrà auto ibride ed elettriche.L’accordo decisivo si è chiuso venerdì sera al Ministero dello Sviluppo economico, dove è stato firmato dalle parti un verbale d’incontro che, registrando gli impegni presi dalle due aziende interessate all’operazione (Fiat e Grifa), costituisce la premessa per la ripartenza del sito palermitano, quindi per il reimpiego di tutti i 768 lavoratori diretti dell’ex Fiat (ad eccezione di quelli che aderiranno alla mobilità volontaria ancora da definire) e, in prospettiva, anche di quelli dell’indotto.«La firma – ha detto il vice-ministro Claudio De Vincenti – è un passaggio fondamentale per poter dare un futuro produttivo e occupazionale a Termini Imerese. Ora ci sono tutte le condizioni perché riparta a breve». Già da domani, infatti, le organizzazioni sindacali sottoporranno il testo siglato alla consultazione dei lavoratori e, se tutto procederà senza intoppi, dal primo gennaio 2015 i dipendenti da anni in cassa integrazione potranno tornare al lavoro.«Abbiamo costruito un importante risultato, unico sul piano della reindustrializzazione», ha sottolineato il segretario nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano. «Sorge finalmente il sole su Termini Imerese – gli ha fatto eco Paolo Di Giovine (Fismic) –. Non sarà licenziato alcun lavoratore e ripartirà la produzione». Più prudente Michele De Palma, coordinatore del gruppo Fiat per la Fiom-Cgil: «Oggi abbiamo costruito una premessa pure per i lavoratori dell’indotto ma è tutta da verificare la conclusione definitiva», ha detto.
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