sabato 25 luglio 2020
Se un anno fa si contavano solo sei piattaforme dedicate attive (e due nel 2018), oggi sono ben dieci impegnate nella raccolta fondi
La raccolta fondi per investimenti immobiliari è in crescita anche in Italia

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Il quinto Rapporto italiano sul crowdinvesting rileva che al 30 giugno 2020 il crowdinvesting in Italia ha raccolto 908 milioni di euro. Gli ultimi 12 mesi da soli hanno contribuito con la cifra record di 390,8 milioni di euro: 76,6 raccolti nell’equity crowdfunding (erano 49 l’anno precedente) e 314,2 nel lending crowdfunding (207), con un tasso di crescita relativo che non fa sfigurare l’Italia rispetto ad altri Stati europei, anche se il divario sui volumi si mantiene significativo. Il rapporto del Politecnico di Milano ha analizzato: 595 campagne di 42 piattaforme di equity crowdfunding; oltre 65mila prestiti erogati da 17 piattaforme di lending crowdfunding; 154 progetti finanziati tramite 11 piattaforme di real estate crowdfunding.

Da segnalare la sensibile crescita nel real estate crowdfunding: i portali di equity specializzati hanno erogato negli ultimi 12 mesi risorse per 19,5 milioni di euro, quelli di lending per 29,2 (48,7 milioni in totale), quasi triplicando rispetto al periodo precedente. Se un anno fa si contavano solo sei piattaforme dedicate attive (e due nel 2018), oggi sono ben dieci.

I progetti finanziati nell’ultimo anno hanno raccolto 48,7 milioni di euro (+185% rispetto al periodo precedente): 19,5 dalle piattaforme equity e 29,2 dai portali lending. L’Osservatorio sul Crowdinvesting si aspetta che il real estate crowdfunding proseguirà la sua crescita, raccogliendo 60 milioni nei prossimi 12 mesi, e auspica una maggiore chiarezza sulle condizioni di remunerazione del capitale.

Per Niccolò Introzzi, Community Specialist di Crowdestate, piattaforma di crowdfunding immobiliare presente in Europa dal 2014 e operante anche in Italia dal 2018, presso il Fintech District di Milano, «in generale il crowdfunding, nato negli Usa post crisi del 2008 e poi approdato in Europa, favorisce le piccole e medie imprese del settore immobiliare. Dopo la crisi del 2008 numerose società immobiliari avevano un accesso al credito molto difficile, in taluni casi impossibile. Questa nuova forma di finanza è nata con lo scopo di rispondere a questa esigenza: consentire alle società (non solo immobiliari) di crescere e, pertanto, di assumere personale. Le piattaforme di crowdfunding, come Crowdestate, si affiancano e integrano il lavoro che solitamente svolgevano solo gli enti creditizi e facilitano gli accessi ai finanziamenti, permettendo una crescita costante e sostenibile».

Il real estate crowdfunding è un sottoinsieme del crowdinvesting che permette a diffusi investitori di partecipare al finanziamento di un progetto immobiliare in ambito residenziale o commerciale, in cambio di una remunerazione del capitale. L’oggetto dell’investimento può essere anche un’infrastruttura. Inoltre è uno dei comparti che cresceranno di più in Italia nell’ambito del crowdinvesting. Lo provano le diverse nuove piattaforme arrivate sul mercato e probabilmente altre seguiranno. Se in generale l’accesso al credito per le imprese italiane è tornato ad essere più praticabile dopo la crisi finanziaria, per il comparto dell’edilizia esistono ancora forti difficoltà. Il crowdfunding può quindi candidarsi a diventare uno strumento complementare a disposizione nella scelta del mix di finanziamento per i progetti immobiliari, utile per fare leva anche sul credito bancario. I portali, benché fondamentali, non sono gli unici attori che popolano l’industria del crowdfunding in Italia. Esistono infatti altri soggetti che svolgono servizi essenziali per l’efficienza dell’intero processo. Innanzitutto, l’architettura informatica del portale viene spesso sviluppata da outsourcer esterni che si occupano di progettare la veste grafica e soprattutto di implementare il si-stema di gestione degli ordini da parte dei finanziatori (che tipicamente avviene tramite Paypal, Stripe o Mangopay, o con carta di credito o con bonifico bancario). La gestione dei pagamenti diventa particolarmente importante nell’ambito del crowdinvesting. Fra i player più importanti in Italia, possiamo citare Starteed, Folkfunding (con la soluzione CrowdCore) e Katipult. Un’altra categoria di soggetti è rappresentata dagli advisor legali. Proporre una campagna di crowdfunding (a maggior ragione di crowdinvesting) espone il proponente a rischi di contestazioni e responsabilità civili.

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