venerdì 2 agosto 2019
L'impresa di telecomunicazioni sottoscrive la prima procedura di riorganizzazione aziendale prevista dalla nuova modalità entrata in vigore con una norma del decreto Crescita
In arrivo 600 assunzioni con il contratto di espansione
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In arrivo nuovi posti di lavoro in Telecom. Questa mattina, presso il ministero del Lavoro, l'impresa di telecomunicazioni ha sottoscritto la prima procedura di riorganizzazione aziendale con un contratto di espansione. La nuova modalità, entrata in vigore con una norma del decreto Crescita, renderà possibile l'assunzione di 600 nuovi lavoratori. L'intesa è stata sottoscritta dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, dalla Tim e dalle organizzazioni sindacali, alla presenza della vice ministro dell'Economia e delle Finanze Laura Castelli. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio, ha definito questo contratto «un importante risultato, che premia il lavoro fatto per migliorare la contrattazione aziendale».


«Dopo anni di applicazione di ammortizzatori sociali finalizzati a evitare licenziamenti collettivi - si legge
in una nota congiunta di Durigon e Castelli - per la prima volta si introduce uno strumento di politica del lavoro, che consente di coniugare politiche attive e passive, favorendo non solo interventi formativi per tutto il personale in forza, ma consente anche di ampliare la base occupazionale, con l'impegno di Tim di assumere 600 nuovi lavoratori e scongiurare circa 3mila esuberi, dopo dieci anni di blocco delle assunzioni. Stiamo trasformando il mondo del lavoro e, in un periodo di grandi evoluzioni, ci fa piacere che sia il mondo delle telecomunicazioni a mettere il primo tassello, e Tim rappresenta un esempio positivo per l’intero settore. È una misura in cui crediamo, lavoreremo perché diventi una strutturale. Adesso, il passo successivo è l’avvio di un tavolo interministeriale per analizzare con le parti sociali l’intera filiera delle telecomunicazioni».

«Da molto tempo sosteniamo la necessità di affrontare la trasformazione digitale del lavoro attraverso una rivisitazione in chiave espansiva degli ammortizzatori sociali e l’accordo raggiunto tra Tim e sindacati, che hanno siglato il primo contratto di espansione, va in questa direzione - spiega
Laura Di Raimondo, direttore di Asstel, l’associazione di rappresentanza della filiera delle telecomunicazioni che ha sostenuto con convinzione l’iter normativo per l’inserimento del nuovo contratto di espansione nel recente decreto Crescita.

Il contratto di espansione previsto come misura sperimentale nel decreto Crescita, che modifica i contratti di solidarietà espansiva di cui all’articolo 41 del D.Lgs., n.148/2015, è stato pensato per le imprese che devono affrontare processi di reindustrializzazione e riorganizzazione aziendale determinati dallo sviluppo tecnologico dell'attività. L’impegno delle aziende ha un duplice obiettivo: assumere i lavoratori e riqualificare quelli in forza. Al centro, la riduzione dell’orario di lavoro e un piano di formazione come chiave di volta per sviluppare la cultura delle competenze digitali e generare innovazione in un contesto sempre più competitivo. L’accordo firmato questa mattina è il primo del genere in Italia: prevede l’assunzione di nuovi lavoratori a tempo indeterminato e l’avvio di percorsi formativi per tutto il personale già in forza.


«Nella filiera delle telecomunicazioni, oggi tra i settori più avanti nella trasformazione digitale – sottolinea Di Raimondo - l’aumento dell’anzianità media dei dipendenti, insieme alla necessità di adeguare le competenze professionali al rapido cambiamento, rende fondamentale dare vita a un patto intergenerazionale mirato a favorire iniziative di riqualificazione professionale e formazione continua, nonché a creare nuova occupazione preservando al contempo quella esistente. e, ove possibile, stabilire un percorso di accompagnamento alla pensione. È auspicabile che il contratto di espansione diventi una misura strutturale e che includa anche le Pmi. Da parte nostra continueremo a lavorare con il Governo e le rappresentanze sindacali non solo per raggiungere questo obiettivo, ma anche per ampliarne il raggio di azione. Strumenti come il contratto di espansione rappresentano quel cambiamento di paradigma da sostenere con forza se vogliamo che la trasformazione del lavoro sia una opportunità di sviluppo per il Paese».

Le nuove professionalità sono richieste, precisa
Tim «dalla trasformazione industriale in corso, in gran parte dovuta alla rivoluzione del 5G» e, prosegue il gruppo, «prevedendo in aggiunta al programma di assunzioni per il periodo 2019-2020 l'impegno a realizzare un progetto di importante investimento per la formazione e riqualificazione del personale già impiegato in azienda». Tale progetto «accompagnerà il percorso di riorganizzazione, valorizzando e aggiornando le competenze esistenti, sostituendo quelle obsolete, sviluppandone di nuove e riconvertendo parte del personale per impiegarlo anche su attività oggi svolte all'esterno». Gli investimenti previsti, «sia in termini economici che organizzativi, sono significativi, considerata la molteplicità delle professionalità presenti in azienda, il numero dei dipendenti coinvolti e la presenza territoriale». «Peraltro, dal momento che la trasformazione tecnologica sarà continua nel tempo e riguarderà in modo trasversale tutte le professioni, sarà richiesto a tutti un impegno corale per garantire, per ognuna delle persone che lavora in Tim, un percorso di apprendimento continuo e di qualificazione che durerà per tutto l'arco della vita professionale», rileva ancora Tim. In particolare, il gruppo evidenzia che «recependo l'invito del ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali, il contratto di espansione Tim, che originariamente prevedeva 500 assunzioni per il periodo 2019-2020, ne prevederà 600 oltre al coinvolgimento di tutti i dipendenti di Tim nel progetto di formazione e riqualificazione, percorsi di upskilling-reskilling per l'internalizzazione di attività».

Soddisfazione della Uilcom per il contratto di espansione in Tim che prevede nel periodo 2019 - marzo 2021 600 assunzioni e «un importante piano formativo che coinvolgerà l'intera azienda, circa 42mila dipendenti, nell'ambito di un significativo processo di reindustrializzazione», si legge nella nota del sindacato. Si tratta, dice il segretario generale Salvo Ugliarolo di «un importante accordo che segna una importante discontinuità con il recente passato dove Tim ha sempre ragionato in maniera difensiva, mentre adesso si parla di sviluppo, si realizza la formazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori verso la tecnologia, ormai prossima, del 5G e quella attuale per affrontare al meglio a il mondo della multimedialità e dei Big Data». Fondamentale l'impegno del sottosegretario Durigon che ha dichiarato che, il 5 settembre prossimo si aprirà un tavolo serrato di confronto sul mondo delle telecomunicazioni, conclude Ugliarolo, che segnala come «non si può più attendere perché molte situazioni critiche devono essere assolutamente affrontate con determinazione a cominciare dal tema dei Call Center».


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